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Papa Francesco nel viaggio apostolico: fede e compassione al centro della missione

Papa-Francesco-Piazza-San-Pietro

Nell’incontro con vescovi, sacerdoti e catechisti a Giacarta, il Pontefice riflette sul ruolo della Chiesa nell’accoglienza e nel servizio, invitando a vivere con fede, unità e solidarietà.

Il 4 settembre 2024, durante il suo Viaggio Apostolico in Indonesia, Papa Francesco ha incontrato vescovi, sacerdoti, diaconi, religiosi, seminaristi e catechisti nella Cattedrale di Nostra Signora dell’Assunzione a Giacarta. In un discorso vibrante e ricco di immagini simboliche, il Santo Padre ha riflettuto sul motto della visita: “Fede, fraternità, compassione”, evidenziando come questi valori siano alla base del cammino della Chiesa e della cultura indonesiana.

Il ruolo dei Catechisti

Durante l’incontro, Papa Francesco ha posto l’accento sul ruolo cruciale dei catechisti nella trasmissione della fede, definendoli “la forza della Chiesa”. Con una testimonianza personale, ha ricordato: “Una volta, in uno dei viaggi in Africa, un Presidente della Repubblica mi ha detto che era stato battezzato dal suo papà catechista”, sottolineando l’importanza della fede trasmessa in famiglia e nelle comunità. Ha poi aggiunto: “La fede si trasmette a casa. La fede si trasmette in dialetto”, esprimendo gratitudine per il lavoro silenzioso e costante dei catechisti.

La fede come riconoscimento della presenza di Dio

Riflettendo sulla prima parola del motto, “fede”, Papa Francesco ha ricordato che l’Indonesia, con le sue ricchezze naturali, non è solo motivo di orgoglio, ma “un richiamo a Dio”, invitando a guardare la creazione con umiltà e gratitudine. “Non c’è un centimetro del meraviglioso territorio indonesiano […] che non sia dono del Signore”, ha dichiarato il Papa, sottolineando l’importanza di riconoscere la presenza di Dio nella vita quotidiana e nel creato.

Fraternità: accoglienza nella diversità

La seconda parola, “fraternità”, è stata esplorata attraverso l’immagine dell’accoglienza reciproca. Citando una poetessa, Francesco ha detto: “Essere fratelli vuol dire amarsi riconoscendosi ‘diversi come due gocce d’acqua’”, invitando la Chiesa a promuovere l’unità nella diversità. “Annunciare il Vangelo non vuol dire imporre o contrapporre la propria fede a quella degli altri”, ha ammonito, ma piuttosto condividere la gioia dell’incontro con Cristo con rispetto e affetto.

Compassione: patire con l’altro

Infine, sulla “compassione”, il Papa ha chiarito che non si tratta di carità distante, ma di “farci vicini gli uni agli altri, […] per entrare davvero in contatto con chi sta a terra”. Francesco ha sottolineato la necessità di accompagnare chi soffre, non solo alleviando i loro bisogni, ma “abbracciandone i sogni e i desideri di riscatto e giustizia”. Ha poi scherzato sul pericolo della ricchezza, dicendo: “Il diavolo entra dalle tasche”, richiamando all’importanza di una vita centrata sull’amore e la solidarietà, non sul guadagno.

Un invito alla missione

Papa Francesco ha concluso esortando la Chiesa indonesiana a portare avanti la missione con “fede, fraternità e compassione”, invitando tutti a essere aperti e vicini agli altri, in particolare ai più deboli. “Tutti, tutti”, ha ripetuto con enfasi, richiamando la parabola degli invitati al banchetto e sottolineando la necessità di includere tutti, senza distinzione.

“Vi benedico, vi ringrazio per il tanto bene che fate”, ha detto, ricordando infine, con il suo tono familiare, “Prego per voi, ma vi chiedo di pregare per me. E pregate a favore, non contro!”.

Questo discorso riflette non solo l’impegno pastorale di Papa Francesco, ma anche la sua visione di una Chiesa accogliente, unita e compassionevole, pronta a testimoniare la gioia del Vangelo in ogni angolo del mondo.

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