Studio rivela che l’alternanza di una dieta ricca di grassi influisce negativamente sull’aterosclerosi, aggrava l’infiammazione e causa effetti dannosi sulle arterie.
Uno studio recente ha messo in luce come la dieta alternata ricca di grassi (HFD, high-fat diet) possa aggravare l’aterosclerosi, una malattia caratterizzata dall’accumulo di grasso nelle arterie, attraverso un meccanismo legato al riprogramming dei neutrofili, un tipo di cellule del sistema immunitario.
Aterosclerosi e risposte immunitarie
L’aterosclerosi è una delle principali cause di malattie cardiovascolari e si sviluppa a causa di una serie di fattori, tra cui l’eccesso di colesterolo nel sangue (ipercolesterolemia cronica). Questo provoca una risposta del sistema immunitario che contribuisce non solo all’inizio della malattia, ma anche alla sua progressione e alle complicazioni che ne derivano. Solitamente, si pensa che un’alimentazione costante e ricca di grassi sia uno dei principali fattori di rischio per l’aterosclerosi. Tuttavia, molte persone modificano la propria dieta nel tempo, alternando periodi di consumo di alimenti ricchi di grassi a periodi di alimentazione più equilibrata.
Lo studio sui topi
Per esaminare gli effetti di una dieta alternata ricca di grassi sull’aterosclerosi, i ricercatori hanno sviluppato un protocollo sperimentale utilizzando topi geneticamente predisposti a sviluppare questa malattia. Hanno confrontato due gruppi di topi: uno sottoposto a una dieta costantemente ricca di grassi e l’altro a una dieta alternata, con periodi di sospensione e ripresa dell’assunzione di grassi. I risultati sono stati sorprendenti: i topi che seguivano una dieta alternata hanno sviluppato l’aterosclerosi in modo più rapido e grave rispetto a quelli che avevano mantenuto una dieta ricca di grassi continuativa.
Il ruolo dei neutrofili e dell’infiammazione
Un dato importante emerso dallo studio riguarda il sistema immunitario. I ricercatori hanno osservato che nei topi sottoposti alla dieta alternata, i neutrofili — un tipo di globuli bianchi che svolgono un ruolo cruciale nelle risposte immunitarie — venivano “riprogrammati” in seguito all’interruzione della dieta. Quando i topi tornavano a una dieta ricca di grassi, il midollo osseo iniziava a produrre grandi quantità di neutrofili attraverso un processo chiamato mielopoiesi di emergenza.
Questi neutrofili si accumulavano poi nelle placche aterosclerotiche, dove rilasciavano trappole extracellulari (NETs, neutrophil extracellular traps), aggravando l’infiammazione e accelerando lo sviluppo dell’aterosclerosi.
Inibizione della risposta infiammatoria
Un altro risultato rilevante è stato che la rimozione specifica dei neutrofili o l’inibizione delle vie infiammatorie, in particolare quella legata all’interleuchina-1β (IL-1β), riusciva a bloccare la mielopoiesi di emergenza e a ridurre l’aggravamento dell’aterosclerosi. Questo suggerisce che il meccanismo infiammatorio guidato dall’IL-1β e il riprogramming dei neutrofili siano alla base dell’accelerazione della malattia nei soggetti che seguono una dieta alternata ricca di grassi.
Questo studio evidenzia il legame tra dieta, sistema immunitario e aterosclerosi, dimostrando che non solo una dieta costantemente ricca di grassi è pericolosa, ma anche un’alternanza di periodi di assunzione di grassi con altri di sospensione può avere effetti dannosi. Il riprogramming dei neutrofili e l’infiammazione giocano un ruolo chiave in questo processo, aprendo nuove strade per possibili trattamenti preventivi mirati, come l’inibizione dell’IL-1β, per ridurre il rischio cardiovascolare in persone con abitudini alimentari variabili.