Giornale Online Direttore Paolo Centofanti

Canale Fede e Ragione

Il Pontefice invita ad essere umili e fedeli alle proprie radici culturali

Papa-Francesco-Piazza-San-Pietro

Nell’omelia di ieri il Papa chiede ai fedeli di vivere con umiltà, accogliere i bambini come simbolo di speranza e rimanere fedeli alla propria identità culturale.

Durante il suo Viaggio Apostolico in Indonesia, Papua Nuova Guinea, Timor-Leste e Singapore, Papa Francesco ha celebrato la Santa Messa il 10 settembre 2024 nella spianata di Taci Tolu, a Dili, capitale di Timor-Leste. L’omelia del Santo Padre ha toccato temi centrali per la fede cristiana, invitando il popolo di Timor-Leste a riscoprire la grandezza nella piccolezza e a rimanere fedeli alle proprie radici e tradizioni.

La luce di un bambino: una chiamata alla conversione

L’omelia ha preso avvio dalla lettura del profeta Isaia: «Un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio» (Is 9,5). Il Santo Padre ha interpretato queste parole come un messaggio di speranza e redenzione in un mondo che, nonostante la ricchezza, soffre di una profonda crisi morale e spirituale. “C’è tanta ricchezza, ma il benessere acceca i potenti, li illude di bastare a sé stessi,” ha detto il Papa, sottolineando come la presunzione e l’egoismo di chi è al potere possano portare all’abbandono dei poveri e alla superficialità della pratica religiosa.

In contrasto con questa decadenza, l’annuncio di Isaia porta una nuova speranza, una luce che non arriva con la forza delle armi o delle ricchezze, ma attraverso “il dono di un figlio” (Is 9,5-6). Questo segno di fragilità e innocenza, secondo Papa Francesco, è un invito alla conversione: “Dio fa splendere la sua luce che salva attraverso il dono di un figlio”.

La potenza della piccolezza

Papa Francesco ha sottolineato la bellezza della nascita di un bambino, un evento che, ha detto, risveglia nei cuori “movimenti e propositi di armonia e di serenità”. Ha poi continuato a spiegare come la fragilità di un bambino sia in grado di toccare anche i cuori più induriti, suscitando un desiderio di purezza e rinnovamento. “Dio si fa bambino,” ha ricordato il Pontefice, e questo non solo per commuoverci, ma per invitarci a lasciarci plasmare dal suo amore, a guarire le nostre ferite e a ricomporre le divisioni.

“Facendoci bambini permettiamo l’azione di Dio in noi,” ha detto, invitando i fedeli a seguire l’esempio di Maria, che ha detto “sì” a Dio con umiltà e si è fatta piccola per tutta la vita, “anche quando questo le è costato molto”. Papa Francesco ha quindi esortato i presenti a “non avere paura di farci piccoli davanti a Dio e gli uni di fronte agli altri”, sottolineando che è proprio nel dono di sé stessi che si trova la vera grandezza.

Timor-Leste: Un paese giovane e pieno di vita

Rivolgendosi direttamente al popolo di Timor-Leste, il Papa ha lodato la giovinezza e la vitalità del paese: “Siete un Paese giovane in cui in ogni angolo si sente pulsare, esplodere la vita. E questo è un regalo, un dono grande”. La presenza di tanti bambini, ha detto, è un segno di speranza per il futuro, poiché “un popolo che insegna a sorridere ai bambini è un popolo che ha un futuro”.

Tuttavia, il Papa ha messo in guardia contro le influenze negative esterne, utilizzando l’immagine simbolica dei coccodrilli che popolano le spiagge di Timor-Leste: “State attenti a quei coccodrilli che vogliono cambiarvi la cultura, che vogliono cambiarvi la storia”. Con questo avvertimento, ha esortato i fedeli a rimanere fedeli alla loro cultura e tradizione, evitando di cedere a influenze che potrebbero distorcere la loro identità.

Kaibauk e Belak: Forza e tenerezza

In un toccante riferimento alla cultura locale, Papa Francesco ha richiamato due monili tradizionali di Timor-Leste, il Kaibauk e il Belak, come simboli potenti del messaggio cristiano. Il Kaibauk, che simboleggia la forza e la luce del sole, rappresenta “la potenza di Dio, che dona la vita”, mentre il Belak, che ricorda la luce della luna, parla di pace e tenerezza, e rappresenta “la tenerezza della madre”. Attraverso queste immagini, il Papa ha descritto la regalità di Dio come “fatta di carità e misericordia”, un perfetto equilibrio tra forza e dolcezza, tra la potenza di un Padre e la tenerezza di una Madre.

Un invito alla speranza

Papa Francesco ha concluso la sua omelia con un messaggio di speranza, augurando al popolo di Timor-Leste di continuare a crescere in armonia e fede: “Vi auguro la pace. Vi auguro di continuare ad avere molti figli: che il sorriso di questo popolo siano i suoi bambini!”. Ha poi esortato a prendersi cura non solo dei bambini, ma anche degli anziani, che rappresentano la memoria e le radici del paese.

Concludendo con una benedizione e un invito a cantare un canto alla Vergine Maria, il Papa ha espresso la sua gratitudine per la carità e la fede del popolo timorese: “Andate avanti con speranza!”

Comments

comments