Nell’udienza generale, il Papa riflette sul viaggio in Asia e Oceania, sottolineando la vitalità delle comunità cristiane locali e il potere della fratellanza e compassione.
Durante l’udienza generale del 18 settembre 2024, in Piazza San Pietro, Papa Francesco ha condiviso con i fedeli le riflessioni sul suo recente viaggio apostolico in Indonesia, Papua Nuova Guinea, Timor Est e Singapore. Il Pontefice ha spiegato che questo viaggio non era “di turismo, è un viaggio per portare la Parola del Signore”, mettendo in luce il valore della missione e della testimonianza cristiana in queste terre lontane.
Una Chiesa oltre l’Europa
Papa Francesco ha sottolineato come spesso la Chiesa venga vista in modo troppo “eurocentrico” e “occidentale”. Ha invitato tutti a riflettere sul fatto che “la Chiesa è molto più grande, molto più viva” in altre parti del mondo. In Indonesia, nonostante i cristiani siano una minoranza, il Papa ha testimoniato una Chiesa “vivace, dinamica” e capace di vivere il Vangelo in un contesto caratterizzato da una grande diversità religiosa e culturale, con la più alta concentrazione di musulmani al mondo.
Il Papa ha sottolineato che la compassione è fondamentale per i cristiani e ha ricordato le tre caratteristiche di Dio: “vicinanza, misericordia e compassione”. Ha poi aggiunto: “Se un cristiano non ha compassione, non serve a niente”, evidenziando come la fratellanza sia il futuro per contrastare le “trame diaboliche dell’odio e della guerra”.
Lezioni da Papua Nuova Guinea e Timor Est
Nel suo discorso, il Papa ha parlato della bellezza missionaria sperimentata in Papua Nuova Guinea, un arcipelago dove si parlano più di ottocento lingue. In questo contesto, il Papa ha evidenziato come lo Spirito Santo operi creando armonia nella diversità, e non uniformità: “Lui è il ‘patrono’, è il capo dell’armonia”. Ha espresso gioia per l’incontro con missionari e catechisti locali, e per la visione di un futuro di fraternità per i giovani.
A Timor Est, il Papa ha lodato la partecipazione attiva della Chiesa al processo di indipendenza del Paese, orientato sempre verso “la pace e la riconciliazione”. Ha elogiato un popolo “provato ma gioioso”, capace di trasmettere speranza anche attraverso il sorriso dei bambini, che per lui è “garanzia di futuro”.
La modernità di Singapore
Infine, ha parlato della sua visita a Singapore, una “città-Stato modernissima”, dove i cristiani sono una minoranza ma vivono con un forte impegno a costruire armonia e fraternità. Anche in una città così avanzata e economicamente prospera, il Papa ha riconosciuto la presenza dei “piccoli”, coloro che seguono il Vangelo e testimoniano “una speranza più grande di quella che possono garantire i guadagni economici”.
Un messaggio di gratitudine e preghiera
Papa Francesco ha espresso gratitudine ai popoli che lo hanno accolto calorosamente, così come ai governanti locali, e ha ringraziato Dio per il dono di questo viaggio, auspicando che quei popoli possano continuare sulla via della pace e della fraternità.
Nel corso dell’udienza, ha rivolto un pensiero alle vittime delle recenti alluvioni in Europa Centro-Orientale, assicurando la sua vicinanza e preghiera, e ha sottolineato l’importanza di commemorare la Giornata Mondiale dell’Alzheimer, chiedendo preghiere per la scienza e per il sostegno ai malati e alle loro famiglie.
Concludendo l’udienza, il Pontefice ha lanciato un accorato appello per la pace, ricordando i conflitti in Palestina, Israele, Ucraina e Myanmar: “Preghiamo per la pace: non dimentichiamo che la guerra è una sconfitta”.