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Il male non si nasconde: appello di Papa Francesco contro gli abusi

Stadio-Re-Baldovino-Bruxelles

Nell’omelia per la beatificazione di Anne de Jésus, Papa Francesco condanna con fermezza gli abusi, ricordando che “nella Chiesa c’è posto per tutti, ma non c’è posto per l’abuso”.

Nella celebrazione della Santa Messa e della beatificazione della venerabile Anne de Jésus, Papa Francesco ha pronunciato un’omelia toccante allo stadio “Re Baldovino” di Bruxelles, centrata su tre parole-chiave: apertura, comunione e testimonianza. Il Santo Padre ha offerto un’esegesi del Vangelo di Marco, sottolineando l’importanza di non scandalizzare i piccoli e di non ostacolare l’azione dello Spirito Santo.

La libertà dello Spirito

Papa Francesco ha iniziato la sua riflessione parlando dell’apertura, ispirandosi al racconto dell’Esodo e alle parole di Gesù a Cafarnao. «Gesù mette in guardia dal pericolo di scandalizzare, cioè di ostacolare il cammino e ferire la vita dei piccoli», ha detto il Papa, facendo riferimento al Vangelo di Marco (Mc 9,42). In questo contesto, ha ricordato che «la Comunità dei credenti non è una cerchia di privilegiati, è una famiglia di salvati», dove la missione affidata ai cristiani è un dono gratuito, frutto della grazia di Dio.

Il Pontefice ha poi menzionato l’episodio biblico in cui Mosè, con umiltà e saggezza, accetta l’azione profetica di due uomini che non facevano parte del gruppo dei prescelti, esclamando: «Fossero tutti profeti nel popolo del Signore!» (Nm 11,29). Questo episodio, ha spiegato il Papa, ci invita a superare i nostri schemi rigidi e a non “scandalizzarci” della libertà di Dio: «Chi non è contro di noi è per noi» (Mc 9,40).

Comunione: un invito alla condivisione

Passando alla seconda parola, la comunione, Papa Francesco ha citato la Lettera di San Giacomo, che denuncia le ricchezze che corrompono e le ingiustizie subite dai poveri lavoratori. «La via dell’egoismo genera solo chiusure, muri e ostacoli – “scandali”, appunto – incatenandoci alle cose e allontanandoci da Dio e dai fratelli», ha ammonito il Papa. Ha inoltre riflettuto sugli effetti devastanti dell’egoismo e del profitto elevati a principi assoluti, che creano «un mondo in cui non c’è più spazio per chi è in difficoltà».

Papa Francesco ha affrontato anche il tema degli abusi, richiamando con fermezza la necessità di non coprirli: «Nella Chiesa c’è posto per tutti, ma non c’è posto per l’abuso». Ha poi ribadito l’impegno a condannare gli abusatori e a non coprire le loro colpe: «Il male non si nasconde: il male va portato allo scoperto, che si sappia».

Testimonianza: la vita di Anne de Jésus

Infine, Papa Francesco ha introdotto la terza parola chiave: testimonianza. In questo contesto, ha lodato la figura della venerabile Anne de Jésus, beatificata durante la celebrazione. «Questa donna è stata tra le protagoniste, nella Chiesa del suo tempo, di un grande movimento di riforma, sulle orme di una “gigante dello spirito” – Teresa d’Avila», ha ricordato. Anne de Jésus, con la sua vita semplice e dedicata alla preghiera e alla carità, è stata definita una “calamita spirituale” per la sua capacità di riportare alla fede tante persone, anche in tempi di grande difficoltà.

Papa Francesco ha sottolineato che, pur non lasciando scritti, Anne de Jésus ha saputo testimoniare il Vangelo attraverso la sua vita, offrendo un esempio di santità femminile fatto di «apertura, comunione e testimonianza». Il Papa ha concluso l’omelia esortando i fedeli a imitare le virtù della nuova beata e a rinnovare il loro impegno a seguire il Signore con umiltà e fede.

Immagine: Stadio Re Baldovino, Bruxelles, cortesia Google Maps.

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