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Assemblea Generale del Sinodo: il Pontefice esorta a lasciarsi guidare dallo Spirito Santo

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Nella Prima Congregazione Generale, il Papa sottolinea l’importanza di una Chiesa sinodale in missione, guidata dallo Spirito Santo, verso le periferie del mondo e dell’esistenza umana.

L’Intervento di Papa Francesco durante la Prima Congregazione Generale della Seconda Sessione della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, tenutosi nell’Aula Paolo VI il 2 ottobre 2024, ha toccato temi profondi legati alla missione della Chiesa sinodale e alla guida dello Spirito Santo. Il Papa ha iniziato ricordando il cammino iniziato nell’ottobre 2021, sottolineando come la Chiesa sia stata “convocata in Sinodo” per percorrere insieme una strada di riflessione e missione guidata dallo Spirito Santo.

Papa Francesco ha ribadito l’importanza di una Chiesa in missione, una Chiesa che sappia uscire da sé stessa per raggiungere le periferie geografiche ed esistenziali, citando un passo dal “Veni Creator Spiritus”: lo Spirito Santo “piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, raddrizza ciò ch’è sviato”. Questo rappresenta la capacità dello Spirito di trasformare la Chiesa e il suo popolo.

Riflettendo sul ruolo dello Spirito Santo, il Pontefice ha ricordato un autore spirituale del IV secolo, che ha descritto lo Spirito come guida e fonte di unità tra i credenti, affermando che, attraverso il battesimo, tutti sono generati “in eguale dignità”. Papa Francesco ha sottolineato come lo Spirito “è guida sicura” e il primo compito dei fedeli è imparare a riconoscerne la voce: “Egli parla in tutti e in tutte le cose”, un’esperienza resa evidente nel processo sinodale degli ultimi tre anni.

Il discorso si è poi concentrato su temi di speranza e consolazione, evidenziando che lo Spirito Santo è “consolazione nella tristezza e nel pianto”, soprattutto quando si fronteggiano le ingiustizie e le difficoltà nel perdonare e cercare la pace. Il Papa ha definito la disperazione come “il peggio, più forte” perché spegne la speranza, mentre lo Spirito Santo “asciuga le lacrime e consola perché comunica la speranza di Dio”. Il suo amore è infinito e instancabile, poiché “Dio non si stanca”.

Un passaggio particolarmente toccante è stato quello in cui Francesco ha citato lo stesso autore spirituale, che descrive come lo Spirito Santo accenda nei credenti un fuoco di gioia e amore così grande da includere “tutti, buoni e cattivi, senza distinzione alcuna”, poiché Dio accoglie tutti. Questo porta alla necessità di perdonare, poiché “la disposizione a perdonare nasce dall’esperienza di essere stati perdonati”.

Infine, il Papa ha invitato i presenti a meditare sull’umiltà e sul perdono, riflettendo sul cammino sinodale come un processo di rinnovamento e apprendimento. Ha ricordato che “la Chiesa – semper reformanda – non può camminare e rinnovarsi senza lo Spirito Santo”. Ha richiamato l’insegnamento del Concilio Vaticano II riguardo al ministero episcopale, ribadendo l’importanza dell’inclusione e della collaborazione tra vescovi, laici, consacrati e ministri. Ha sottolineato il valore delle relazioni che devono sempre manifestare “la gratuità della misericordia” e ha concluso affermando che la Chiesa, per essere fedele alla sua missione, deve riflettere “la luce di Cristo” con l’unità del suo popolo.

L’intervento si è chiuso con un messaggio di speranza e gratitudine, invitando i partecipanti ad aprirsi “all’azione dello Spirito Santo, nostra guida sicura, nostra consolazione”.

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