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Medicina e Salute

Restrizione alimentare e longevità: il ruolo della genetica

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Uno studio pubblicato su Nature mostra come la restrizione calorica possa estendere la vita, con effetti però variabili sulla salute.

La genetica sembra giocare un ruolo più significativo della dieta nella determinazione della longevità.

Un recente studio pubblicato su Nature ha esplorato l’effetto della restrizione alimentare sulla durata della vita e sulla salute dei topi, evidenziando una relazione complessa tra dieta e longevità. Mentre la restrizione calorica può estendere la vita nei topi, gli effetti sulla salute non sono sempre direttamente correlati. La ricerca, condotta su quasi 1.000 topi geneticamente diversi, suggerisce che la genetica possa avere un ruolo maggiore della dieta nel determinare la durata della vita.

La ricerca e i suoi risultati

Il team, guidato da Andrea Di Francesco e Gary Churchill, ha esaminato gli effetti di diversi regimi di restrizione alimentare, come la restrizione calorica e il digiuno intermittente, su 960 topi femmine geneticamente eterogenei. I topi sono stati divisi in cinque gruppi, con regimi alimentari che variavano dall’accesso illimitato al cibo, al digiuno di uno o due giorni alla settimana, fino alla restrizione calorica del 20% o 40%.

I risultati hanno mostrato che tutti i tipi di restrizione alimentare hanno esteso la durata della vita dei topi, con un effetto proporzionale al grado di restrizione. Tuttavia, è stata solo la restrizione calorica a ridurre significativamente il tasso di invecchiamento. Nei topi con un peso corporeo elevato prima dell’intervento, il digiuno intermittente non ha portato a un’estensione della vita, suggerendo che il peso iniziale possa influenzare l’efficacia di alcune diete.

Genetica e longevità

Sebbene la restrizione alimentare abbia migliorato alcuni parametri metabolici, come la glicemia a digiuno, questi miglioramenti non sono stati necessariamente associati a una maggiore longevità. Gli autori hanno infatti scoperto che il background genetico dei topi ha avuto un’influenza maggiore sulla durata della vita rispetto alla dieta. Questo suggerisce che, mentre le diete possono apportare benefici alla salute, non tutte le modifiche metaboliche si traducono in una vita più lunga.

Implicazioni per l’uomo

Lo studio solleva importanti domande su come la restrizione calorica e il digiuno intermittente potrebbero influenzare la longevità umana. Sebbene queste diete abbiano mostrato effetti positivi sui topi, ulteriori ricerche sono necessarie per capire se possano offrire gli stessi benefici nell’uomo. In ogni caso, la genetica potrebbe giocare un ruolo cruciale anche per noi, determinando l’efficacia delle diete nella promozione della longevità.

In conclusione, lo studio sottolinea che le diete restrittive possono migliorare alcuni aspetti della salute, ma il loro effetto sulla durata della vita dipende anche da fattori genetici.

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