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Ambiente

Cambiamento climatico e aumento della mortalità umana legata al fumo degli incendi

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Studio rivela che il cambiamento climatico ha decuplicato il numero di morti causate dal fumo degli incendi tra il ’60 e il 2010.

Sud America, Europa e foreste boreali tra le aree più colpite.

Il cambiamento climatico sta aumentando il numero di morti causate dal fumo degli incendi boschivi, con un incremento di dieci volte tra gli anni ’60 e il 2010, secondo uno studio pubblicato su Nature Climate Change. I fumi degli incendi, ricchi di particelle fini (PM2.5), sono noti per i gravi effetti sulla salute umana. Si stima che ogni anno circa 98.748 persone muoiano a livello globale a causa di queste particelle.

Lo studio ha utilizzato modelli di simulazione per analizzare i cambiamenti nelle emissioni di incendi tra il 1960 e il 2019. I ricercatori hanno scoperto che negli anni ’60 solo l’1-3% delle morti per incendi poteva essere attribuito al cambiamento climatico, mentre negli anni 2010 questa cifra è salita al 5-28%. Le regioni maggiormente colpite includono il Sud America, l’Australia, l’Europa e le foreste boreali dell’Asia.

Nonostante la riduzione degli incendi grazie alla gestione attiva, l’aumento delle stagioni degli incendi e delle aree bruciate, dovuto al cambiamento climatico, ha portato a un aumento significativo della mortalità. Le particelle fini degli incendi, trasportate dall’atmosfera, hanno un impatto maggiore in aree densamente popolate come l’America del Sud e l’Europa.

I ricercatori sottolineano che il legame tra il cambiamento climatico e gli incendi è complesso, poiché dipende da molte variabili. Tuttavia, i dati dimostrano chiaramente che il cambiamento climatico sta influenzando il numero di morti causate dagli incendi in molte regioni del mondo.

Articolo Nature Climate Change: Attributing human mortality from fire PM2.5 to climate change. DOI 10.1038/s41558-024-02149-1.

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