Nel discorso per il 250° anniversario del ministero delle Confessioni, il Santo Padre esorta i confessori a essere testimoni della misericordia di Dio attraverso un ascolto attento e un perdono incondizionato.
Nella Sala del Concistoro, Papa Francesco ha incontrato la Comunità del Collegio dei Penitenzieri Vaticani, in occasione del 250° anniversario dell’affidamento ai Frati Minori Conventuali del ministero delle Confessioni nella Basilica di San Pietro. Durante il suo discorso, il Santo Padre ha esortato i confessori a perdonare tutto, sottolineando l’importanza dell’umiltà, dell’ascolto e della misericordia nel loro ministero.
“Perdonare tutto, sempre” è stata l’esortazione principale del Papa, che ha ricordato ai presenti il loro ruolo di dispensatori del perdono divino. Il Pontefice ha invitato i confessori a non interrogare troppo i penitenti, ma ad ascoltare con mitezza: “Ascoltare, non tanto domandare; non fare lo psichiatra, per favore: ascoltare, ascoltare sempre, con mitezza”.
Papa Francesco ha voluto anche richiamare l’esempio di San Leopoldo Mandić, che, attraverso il suo ministero, ha mostrato la misericordia incondizionata verso i penitenti. “Il confessore deve essere vicino, misericordioso e compassionevole”, ha affermato il Pontefice, invitando a seguire il modello di San Leopoldo e a evitare atteggiamenti giudicanti.
Il discorso ha toccato anche l’importanza dell’umiltà. “Per essere buoni confessori, facciamoci ‘noi per primi penitenti in cerca di perdono’”, ha detto Papa Francesco, evidenziando che i sacerdoti devono riconoscere la loro fragilità umana e comprendere profondamente la grazia che dispensano.