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Il Papa: siamo tutti Bartimeo, ciechi che cercano la luce di Cristo, vedere e ascoltare chi è ignorato

Papa Francesco 15 marzo 2017

Angelus: un richiamo alla compassione per i poveri e alla pace, con un invito a non distogliere lo sguardo da chi soffre.

Nella mattina di domenica 27 ottobre 2024, in Piazza San Pietro, Papa Francesco ha guidato l’Angelus riflettendo sul Vangelo della liturgia (Mc 10,46-52), un episodio che narra la guarigione del cieco Bartimeo da parte di Gesù. Il Papa ha invitato i fedeli a soffermarsi sui tre aspetti centrali di questo incontro: il grido, la fede e il cammino, invitando ciascuno a rivedere il proprio rapporto con coloro che soffrono e che spesso sono ignorati dalla società.

Papa Francesco ha evidenziato come Bartimeo, pur nella sua cecità, non passi inosservato a Gesù, che gli chiede: “Cosa vuoi che io faccia per te?” (Mc 10,51). Una domanda che, come ha spiegato il Papa, non è provocatoria, ma una prova di fede. Cristo chiede a Bartimeo di rivelare il motivo della sua invocazione, aprendo così un dialogo in cui Bartimeo afferma la propria identità, gridando: “Io esisto, guardatemi. Io non ci vedo, Gesù. Tu mi vedi?”

Questa domanda, ha sottolineato Papa Francesco, richiama ciascuno di noi a considerare il modo in cui guardiamo chi è emarginato: “Pensiamo a noi, quando per la strada incrociamo qualche mendicante: quante volte guardiamo da un’altra parte, quante volte lo ignoriamo, come se lui non esistesse. E noi sentiamo il grido dei mendicanti?”L’invito del Papa è chiaro: ascoltare il grido di chi chiede aiuto, riconoscendo la dignità e l’umanità di ciascuno.

Il secondo aspetto trattato è stato quello della fede. Gesù dice a Bartimeo: “Va’, la tua fede ti ha salvato” (Mc 10,52), un’affermazione che racchiude l’essenza della guarigione spirituale e fisica. Il Papa ha esortato i fedeli a riflettere su come guardano e interagiscono con i più deboli: “Quando tu dai l’elemosina, guardi negli occhi il mendicante? Gli tocchi la mano per sentire la sua carne?” Questa intimità e compassione, secondo Papa Francesco, sono il fulcro di una carità che supera la semplice beneficenza e che trasforma chi dona, poiché “quello che riceve più grazia dall’elemosina è colui che la dà, perché si fa guardare dagli occhi del Signore”.

Infine, Francesco ha parlato del “cammino”. Una volta guarito, Bartimeo non si limita a gioire del dono ricevuto, ma si mette a seguire Gesù: “Seguiva Gesù lungo la strada” (Mc 10,52). “Ognuno di noi è Bartimeo, cieco dentro, che segue Gesù una volta che si è avvicinato a Lui”, ha aggiunto il Papa, invitando i fedeli a camminare al fianco dei bisognosi come segno della vicinanza di Cristo.

Dopo la preghiera dell’Angelus, Papa Francesco ha rivolto un pensiero speciale a coloro che si impegnano per la pace e il dialogo, ricordando i significativi anniversari recenti, come il 50° della Commissione per i rapporti religiosi con l’Ebraismo e il 60° della Dichiarazione Nostra aetate. Ha anche richiamato l’attenzione sull’imminente Conferenza Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa a Ginevra, invocando “affinché, durante i conflitti armati, siano rispettate la vita e la dignità delle persone e dei popoli”.

Il Papa ha poi ricordato l’uccisione del sacerdote messicano Marcelo Pérez Pérez e ha espresso solidarietà alle Filippine, recentemente colpite da un potente ciclone. Infine, ha rivolto un accorato appello per la pace in Ucraina, Palestina, Israele e Libano: “Le prime vittime sono tra la popolazione civile: lo vediamo tutti i giorni. Troppe vittime innocenti! Vediamo ogni giorno immagini di bambini massacrati. Troppi bambini! Preghiamo per la pace.”

Concludendo, Papa Francesco ha augurato a tutti i presenti una buona domenica e ha chiesto ancora una volta preghiere per lui, ricordando che “la vita umana, che è sacra” dovrebbe essere al centro di ogni sforzo di pace.

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