Nel discorso per il XVI Capitolo Generale, il Papa riflette sull’accoglienza e l’impegno pastorale per una Chiesa che accompagna i migranti e promuove la dignità umana.
Il 28 ottobre 2024, Papa Francesco ha accolto i Missionari di San Carlo, noti come Scalabriniani, per il loro XVI Capitolo Generale, proponendo un riflessivo e accorato discorso sul tema dei migranti, ispirato al prossimo Anno Santo e al tema “Pellegrini di speranza”. La scelta di questo tema, secondo il Papa, riflette l’urgenza e l’importanza della virtù della speranza nel contesto migratorio e nei valori scalabriniani di solidarietà e accoglienza.
La speranza nei migranti
Francesco ha definito i migranti “maestri di speranza”, sottolineando come essi lascino le proprie terre con un’incrollabile fiducia in un futuro migliore. “Io sono figlio di migranti,” ha ricordato, esprimendo un profondo legame personale con la loro esperienza. Rievocando San Giovanni Battista Scalabrini, fondatore degli Scalabriniani, ha citato il bisogno di “trovare altrove il pane quotidiano,” espressione del bisogno umano di sopravvivere e progredire. I migranti, con la loro resilienza e il desiderio di sostenere le famiglie lontane, rappresentano un esempio straordinario di speranza, un’esperienza condivisa anche dai missionari che, come ha ricordato il Papa, “migranti tra i migranti,” camminano accanto a loro per ascoltarli e sostenerli.
Pastorale della speranza
Nel secondo punto del suo discorso, Papa Francesco ha riflettuto sulla necessità di una pastorale della speranza, sottolineando come l’accoglienza e il sostegno ai migranti possano essere una fonte di crescita per tutti. Tuttavia, senza questo supporto, l’esperienza migratoria può condurre a crisi identitarie e persino alla disperazione. “Non dimentichiamo che il migrante va accolto, accompagnato, promosso e integrato,” ha dichiarato, aggiungendo che un sostegno pastorale di vicinanza è essenziale per mantenere viva la resilienza e la fede tra i migranti. In una realtà italiana segnata da un basso tasso di natalità e una popolazione sempre più anziana, il Papa ha dichiarato: “L’Italia ha bisogno dei migranti e deve accoglierli.”
Carità e giustizia sociale
Nel terzo punto, Francesco ha discusso il ruolo della carità, riflettendo sulla visione del fondatore degli Scalabriniani, San Giovanni Battista Scalabrini, secondo cui il mondo soffre per ingiustizie e disuguaglianze. “Oggi tale atto di giustizia può concretizzarsi in una carità che rimetta al centro la persona, i suoi diritti, la sua dignità,” ha affermato, invitando a una visione inclusiva che superi gli stereotipi e che riconosca ogni persona come un “dono di Dio”. Riconoscendo le difficoltà incontrate dai migranti nei paesi di accoglienza, il Papa ha denunciato l’ipocrisia dei paesi che sfruttano i migranti per il lavoro stagionale senza offrire loro una reale integrazione.
Il carisma scalabriniano
Papa Francesco ha infine incoraggiato i missionari a rinnovare il proprio impegno pastorale e ha espresso grande stima per il loro lavoro, riconoscendone il valore nominando recentemente Cardinale un membro della congregazione. Ha invitato i missionari a vivere questo Capitolo Generale come un “tempo di umile e gioioso ringraziamento”, ricordando l’importanza della gratitudine verso il Signore.
Con parole accorate, il Papa ha concluso: “Grazie per il lavoro immenso che fate. Vi benedico e prego per voi, e vi raccomando, per favore, non dimenticatevi di pregare per me.” Un richiamo alla comunione e alla missione condivisa, al servizio di una Chiesa che accoglie, promuove e integra coloro che sono in cerca di speranza.