Tutela dei minori: il documento che traccia il cammino di conversione della Chiesa verso una cultura di protezione e giustizia.
La presentazione del primo Rapporto Annuale della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori, avvenuta oggi alla Sala Stampa della Santa Sede, rappresenta una svolta significativa per la Chiesa cattolica nel suo impegno verso la protezione dei minori e dei più vulnerabili dagli abusi. Alla conferenza stampa, il Cardinale Seán Patrick O’Malley, presidente della Commissione, e Maud de Boer-Buquicchio, giurista e responsabile della redazione del Rapporto, hanno approfondito i risultati ottenuti e le sfide future.
L’intervento del Cardinale Seán Patrick O’Malley
Il Cardinale O’Malley ha introdotto il Rapporto come “un’istantanea del viaggio di conversione” della Chiesa, un percorso verso una “tutela trasparente e responsabile.” Questo cammino, secondo O’Malley, rappresenta la risposta tardiva ma necessaria della Chiesa a decenni di dolore e richieste di giustizia da parte delle vittime di abusi. Nel corso del suo intervento, il Cardinale ha descritto due distinti periodi nella storia recente della Chiesa: uno caratterizzato dalla “sfiducia” e dalla mancanza di trasparenza e un secondo in cui le vittime finalmente ricevono ascolto e attenzione. “È un periodo buio in cui la sfiducia ha ostacolato la capacità della Chiesa di essere testimone di Cristo,” ha affermato il Cardinale.
Questa distinzione temporale riflette la sua esperienza come Vescovo per quasi 40 anni, durante i quali è stato testimone delle conseguenze devastanti di questi abusi. Tuttavia, ora la Chiesa si trova in una nuova fase, in cui la “cura e la preoccupazione per le vittime” stanno generando una luce nell’oscurità, promuovendo un ambiente sicuro e responsabile. Il Rapporto è inteso non solo come un documento di monitoraggio, ma anche come un incentivo alla “conversione pastorale” a favore delle vittime.
Maud de Boer-Buquicchio: Giustizia e conversione
La giurista Maud de Boer-Buquicchio ha proposto una visione chiara per il futuro della Commissione e della Chiesa, basata sui principi del diritto umanitario che, a suo dire, ben si adattano all’etica cattolica. Ha spiegato che il Rapporto è costruito intorno al concetto di “Giustizia e Conversione,” quattro pilastri di verità, giustizia, riparazione e garanzia di non recidiva, che guideranno il rinnovamento della Chiesa verso una “tutela che protegga e rispetti la dignità della persona.”
“Per troppo tempo questa richiesta è rimasta senza risposta nella Chiesa,” ha dichiarato de Boer-Buquicchio, sottolineando l’urgenza di un cambiamento sistemico e culturale per prevenire future violazioni. Ha anche ribadito che “i bambini non sono mini esseri umani con mini diritti umani,” una frase che ha più volte ricevuto consenso tra i presenti.
Struttura e obiettivi del rapporto annuale
Il Rapporto è suddiviso in sezioni che illustrano le prassi di tutela nelle Chiese locali, le tendenze continentali e le attività di tutela all’interno della Curia Romana e di altre organizzazioni ecclesiastiche. Ogni sezione non solo valuta i progressi compiuti, ma fornisce raccomandazioni per implementare ulteriormente politiche di tutela efficaci e centrate sulle vittime. Secondo O’Malley e de Boer-Buquicchio, la Chiesa deve “investire nell’infrastruttura e nelle risorse di raccolta dati,” essenziali per monitorare e promuovere la responsabilità.
Impegno futuro e simbolismo dell’albero di baobab
Un ulteriore punto di forza del Rapporto è la sua copertina, che raffigura un baobab, noto come “albero della vita,” simbolo di resilienza e comunità. Questo elemento visivo rappresenta, secondo de Boer-Buquicchio, la “promessa per una Chiesa sicura per tutti.” In chiusura, entrambi i relatori hanno ribadito l’impegno della Commissione a continuare il cammino, con l’obiettivo di consolidare una cultura della tutela e di proteggere i più vulnerabili da futuri abusi.
Il Rapporto segna un decennio dalla creazione della Commissione, ma è solo l’inizio di un viaggio che, nelle parole del Cardinale, mira a rendere la Chiesa un luogo di “vicinanza, accoglienza e sostegno alle vittime e ai sopravvissuti.”