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Appello di Papa Francesco: educare con amore nei labirinti della complessità

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Nel discorso al Congresso Nazionale del Movimento di Impegno Educativo di Azione Cattolica, il Pontefice esorta a una missione educativa che valorizzi la persona e si fondi sull’amore, coinvolgendo attivamente famiglie e comunità.

Il 31 ottobre 2024, Papa Francesco ha accolto i partecipanti all’undicesimo Congresso nazionale del Movimento di Impegno Educativo di Azione Cattolica (MIEAC) nella Sala del Concistoro, offrendo parole di incoraggiamento e riflessione sulla missione educativa nella Chiesa.

L’educazione come missione centrale

Nel suo discorso, il Papa ha sottolineato l’importanza dell’impegno educativo come espressione della centralità della persona umana. «Educare – come voi ben sapete e testimoniate – significa anzitutto riscoprire e valorizzare la centralità della persona in un contesto relazionale dove la dignità della vita umana trovi compimento e adeguati spazi per crescere», ha dichiarato. Ha lodato il MIEAC per aver portato avanti con creatività e attenzione ai segni dei tempi l’eredità del Movimento Maestri Cattolici, radicando la loro azione nei territori e collaborando con le Chiese locali.

Sfide in un tempo di cambiamenti

Papa Francesco ha riconosciuto che l’attività educativa oggi si muove in un contesto di grande secolarizzazione e cambiamenti antropologici e culturali: «L’educazione cristiana attraversa terreni inesplorati, segnati da mutamenti di tipo antropologico e culturale, sui quali stiamo ancora cercando risposte alla luce della Parola di Dio». Nonostante le complessità, il Papa ha esortato a mantenere una prospettiva di speranza e determinazione.

Ha poi ripreso un’espressione cara al Movimento, sottolineando che bisogna essere «educatori dal cuore grande … nei labirinti della complessità». Ha spiegato che da un labirinto si esce “mai soli” e “dall’alto”, invitando i presenti a riflettere su questa immagine.

Collaborazione e partecipazione attiva

Il Papa ha rimarcato l’importanza di non affrontare il compito educativo in isolamento. «Per non perdere il filo in questi ‘labirinti della complessità’ è importante non restare da soli, ma costruire e rinsaldare i rapporti proficui con i diversi soggetti del processo educativo», ha affermato. Ha citato famiglie, insegnanti, catechisti e altri come partner essenziali e ha evidenziato l’importanza di coinvolgere attivamente i ragazzi nel processo educativo.

Educare con amore

Al cuore del messaggio di Francesco c’è un invito a educare con amore. Ha ricordato il principio ispiratore: “Chi ama educa”, sottolineando che l’amore deve essere alla base sia del metodo che delle finalità dell’educazione. «Senza amore non si può educare. Educare sempre con amore!», ha esclamato il Papa, rafforzando l’idea che l’educazione non è solo un compito, ma un atto d’amore.

L’attenzione ai giovani e al futuro

Papa Francesco ha poi esortato il MIEAC a guardare con attenzione ai bambini, agli adolescenti e ai giovani, descrivendoli come “il presente e il futuro del mondo e della Chiesa”. Ha affermato: «A noi il compito – tutto educativo – di accompagnarli, sostenerli, incoraggiarli e, con la testimonianza, di indicare loro la buona strada che porta a essere ‘fratelli tutti’».

L’esempio di Giuseppe Lazzati

Nel concludere, il Papa ha affidato i membri del Movimento all’intercessione del Venerabile Giuseppe Lazzati, definendolo un “maestro e testimone credibile, modello di educatore cristiano al quale ispirarsi”.

Il discorso si è chiuso con una benedizione e un appello semplice e potente: «Vi benedico di cuore. E per favore non dimenticatevi di pregare per me».

Questo discorso di Papa Francesco è un richiamo a un’educazione integrale, capace di abbracciare la complessità contemporanea, fondata sull’amore e sulla centralità della persona, per costruire una società più giusta e solidale.

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