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Il Papa ai comunicatori: con la corazza della Giustizia, raccontare la realtà con passione e onestà

Papa Francesco 15 marzo 2017

Il discorso di Papa Francesco ai comunicatori: vocazione, missione e sfida economica.

Il 31 ottobre 2024, Papa Francesco ha accolto i partecipanti all’Assemblea Plenaria del Dicastero per la Comunicazione nella Sala Clementina, lanciando un discorso denso di ispirazione, sfide e un rinnovato invito alla missione della comunicazione nella Chiesa.

Il Santo Padre ha aperto il suo discorso salutando i presenti, e sottolineando l’importanza di formare una “grande comunità di lavoro”. Ha poi citato l’esortazione della liturgia odierna: «State saldi, dunque: attorno ai fianchi, la verità; indosso, la corazza della giustizia; i piedi, calzati e pronti a propagare il vangelo della pace» (Ef 6,14-15). Questo, ha osservato, potrebbe rappresentare l’identikit del “buon comunicatore”.

Vocazione e missione del comunicatore

Papa Francesco ha ribadito che il compito dei comunicatori è una vera “vocazione” e “missione”. «Con il vostro lavoro e la vostra creatività, con l’uso intelligente dei mezzi che la tecnologia mette a disposizione, ma soprattutto con il vostro cuore: si comunica con il cuore», ha dichiarato. Questo invito si è esteso al ruolo cruciale dei comunicatori nel costruire ponti di comprensione e promuovere la comunione in un mondo spesso diviso da “muri delle ideologie” e pervaso da una cultura di indifferenza.

Il Papa ha poi evidenziato l’importanza di una comunicazione “costitutivamente sinodale”, riflesso del recente Sinodo sulla sinodalità: «diventa lo stile col quale nella Chiesa viviamo la comunione, uno stile sinodale». Ha ammonito sul rischio di adottare criteri mondani e aziendalistici che minano l’essenza della Chiesa: «Se ragionassimo e agissimo secondo categorie politiche, o aziendalistiche, non saremmo Chiesa. Questo non va!».

Il sogno di una comunicazione di cuore

Papa Francesco ha condiviso un sogno toccante, una visione di comunicazione che “riesca a connettere persone e culture”. Ha lodato i media vaticani per aver ampliato la loro offerta a più di cinquanta lingue, tra cui Lingala, Mongola e Kannada, nonostante le difficoltà economiche. «Sogno una comunicazione fatta da cuore a cuore, lasciandoci coinvolgere da ciò che è umano, lasciandoci ferire dai drammi che vivono tanti nostri fratelli e sorelle», ha affermato, invitando i presenti a uscire dalla loro zona di comfort per raccontare la realtà con “onestà e passione”.

Il Papa ha anche insistito sulla necessità di raccontare storie che vadano oltre gli slogan, che accendano i riflettori sui più vulnerabili: «Sogno una comunicazione che sappia andare oltre gli slogan e tenere accesi i riflettori sui poveri, sugli ultimi, sui migranti, sulle vittime della guerra».

L’economia della creatività

Riconoscendo le difficoltà economiche, Francesco ha detto chiaramente che la Santa Sede non può continuare a sostenere economicamente i media come in passato: «Dovremo fare ancora un po’ più di disciplina sui soldi. Voi dovete trovare il modo di risparmiare di più e cercare altri fondi». Ha però sottolineato che, sebbene sia una “brutta notizia”, questa sfida può stimolare la creatività dei comunicatori.

Benedizione e ringraziamento

Il discorso si è concluso con un caloroso invito a prepararsi per il Giubileo imminente, definito “una grande occasione per testimoniare al mondo la nostra fede e la nostra speranza”. «Vi ringrazio fin d’ora per tutto ciò che farete», ha detto il Papa, concludendo con una benedizione e l’appello a non dimenticare di pregare per lui.

Questo discorso rappresenta un manifesto di intenti e valori per tutti coloro che si occupano di comunicazione nella Chiesa, sottolineando la centralità dell’onestà, dell’umanità e della creatività nel trasmettere il messaggio evangelico.

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