Dopo l’inchiesta Equalize, il presidente Bartoli denuncia le falle nella normativa e sollecita una riforma che richieda una posizione previdenziale attiva per l’iscrizione all’Ordine.
Tutelare l’integrità della professione e il diritto dei cittadini a un’informazione affidabile.
Il presidente nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Bartoli, ha commentato su Milano Finanza l’inchiesta Equalize e la questione dell’accesso alla professione, esprimendo indignazione per l’iscrizione all’Ordine dell’ex poliziotto Carmine Gallo, attualmente agli arresti domiciliari. Secondo Bartoli, Gallo avrebbe usato l’iscrizione come “copertura” per la gestione di attività riservate, sfruttando le garanzie di privacy concesse ai giornalisti. “Si tratta di una vicenda assolutamente inaccettabile e lesiva della dignità e dell’onore della professione giornalistica,” ha dichiarato Bartoli, chiedendo la sospensione immediata di Gallo.
Bartoli ha sottolineato la necessità di una revisione normativa per evitare che l’Ordine diventi rifugio per chi non esercita realmente la professione. “La falla sta tutta nell’impianto di una legge ferma al 1963, un’altra era geologica per il mondo dell’informazione,” ha spiegato, notando come basti dimostrare due anni di attività continuativa, anche su micro-testate online, per ottenere l’iscrizione come pubblicisti.
Nonostante molti giornalisti pubblicisti operino con scrupolo e versino regolarmente i contributi, Bartoli ha evidenziato il problema di chi si iscrive senza un reale coinvolgimento nella professione. “È doveroso affermare che, se si vuole appartenere a un Ordine professionale, occorre svolgere l’attività in modo remunerato, continuativo e trasparente,” ha insistito, sottolineando l’imperativo di eliminare le “zone franche per chi ha interessi oscuri.”
Bartoli ha anche sollecitato nuovamente il Parlamento a intervenire, introducendo un vincolo di posizione previdenziale attiva per l’iscrizione all’Ordine. “La nostra non è una battaglia corporativa,” ha concluso Bartoli, “ma è una questione di correttezza nei confronti dei cittadini, che hanno diritto a un’informazione qualificata e affidabile.”
Immagine: cortesia Consiglio Nazionale Ordine dei Giornalisti.