Nel suo incontro con la comunità accademica, il Papa riflette sulla missione educativa e spirituale, e sull’umanesimo che deve informarla.
Il 5 novembre 2024, Papa Francesco ha incontrato la comunità accademica della Pontificia Università Gregoriana a Roma, offrendo una profonda riflessione sulla missione educativa e spirituale di quest’istituzione. Il discorso del Santo Padre si è incentrato sulla necessità di preservare l’identità e la missione della Gregoriana, alla luce delle sfide del nostro tempo e del recente accorpamento con il Pontificio Istituto Biblico e il Pontificio Istituto Orientale.
Il Papa ha accolto con favore questo cambiamento strutturale, ma ha messo in guardia contro il rischio di un semplice efficientismo amministrativo, ricordando l’importanza di mantenere una “visione” che orienti la missione della Compagnia di Gesù. “È necessario sapere dove si sta andando,” ha detto, “non perdendo di vista l’orizzonte che unisce le strade di ciascuno sul fine attuale e ultimo.”
Essere missionari per amore dei fratelli
Riflettendo sul ruolo della Gregoriana, il Papa ha citato le parole di San Francesco Saverio: “Gridare qua e là come un pazzo e scuotere coloro che hanno più scienza che carità.” Con queste parole, Francesco ha invitato la comunità accademica a rinnovare la propria vocazione missionaria, guidata dall’amore e dalla carità verso i fratelli. “Non preoccupatevi, non mi metterò a gridare, ma l’intenzione è la stessa: ricordarvi di essere missionari per amore dei fratelli.”
La gratuità come fondamento dell’azione educativa
Nel suo discorso, il Papa ha richiamato il valore della gratuità, come principio fondamentale nell’educazione e nelle relazioni umane. “È la gratuità che rende virtuosi i sapienti e i maestri,” ha affermato, spiegando che educare significa servire senza legare a sé, promuovendo l’immaginazione e l’autonomia degli studenti. In tal senso, ha richiamato l’antica iscrizione sulla porta della prima sede del Collegio Romano, simbolo di un’istruzione aperta e accessibile a tutti.
Il pericolo della “coca-colizzazione” spirituale
Papa Francesco ha criticato la “coca-colizzazione” della ricerca e dell’insegnamento, definendola come una tendenza a ridurre la spiritualità e il sapere a meri prodotti di consumo. “Sono tanti, purtroppo, i discepoli della ‘coca-cola spirituale!’” ha dichiarato. Il Papa ha esortato la comunità accademica a non seguire tale approccio, mantenendo il cuore al centro della propria missione.
Discernimento e dialogo nella comunità accademica
Rivolgendosi agli educatori, Francesco ha sottolineato l’importanza del discernimento e della collaborazione. Ha invitato tutti a evitare atteggiamenti di superiorità, dicendo che “ora è tempo di essere tutti umili,” e ha enfatizzato il valore del dialogo tra docenti e studenti, descrivendo l’università come “la casa del cuore”. Ha ricordato che, in un’epoca di complessità e divisioni, nessuno può pretendere di avere risposte perfette da solo, ma che servono “meno cattedre, più tavole senza gerarchie.”
Una teologia che resusciti la speranza
Infine, Francesco ha invitato la Gregoriana a sviluppare una “teologia incarnata che resusciti la speranza,” radicata nel contatto diretto con la vita dei popoli e con le loro domande. Ha evidenziato l’importanza di un sapere che non sia astratto ma che nasca “nel contatto con la vita dei popoli e con i simboli delle culture, nell’ascolto delle domande nascoste e del grido che si leva dalla carne sofferente dei poveri.”
Concludendo, Papa Francesco ha augurato alla comunità della Gregoriana di “assaporare il mistero,” coltivando una cultura dell’incontro e del dialogo. Ha anche ricordato, con il suo consueto senso dell’umorismo, l’importanza di “non perdere il senso dell’umorismo,” citando una preghiera che recita ogni giorno da oltre quarant’anni: “Dammi Signore una buona digestione e qualcosa da digerire.”
Con questo incontro, Papa Francesco ha tracciato una visione ampia e ispiratrice per la missione della Gregoriana, invitando a un’educazione che mette al centro il cuore, la gratuità e la missione, unendo saperi e fede per il bene della Chiesa e dell’umanità.