Nel percorso ecumenico, il riconoscimento di Sant’Isacco di Ninive e un appello a pregare e lavorare insieme per una piena comunione.
Il dialogo tra la Chiesa Cattolica e la Chiesa Assira dell’Oriente ha visto un nuovo, significativo capitolo con l’incontro tra Papa Francesco e Sua Santità Mar Awa III, Catholicos-Patriarca della Chiesa Assira. Il discorso del Pontefice, tenuto il 9 novembre 2024, è stato un appello all’unità e alla cooperazione tra le due Chiese, continuando un cammino comune che ha radici profonde e aspira alla piena comunione, pur nella consapevolezza delle differenze storiche.
Un dialogo ispirato dal Concilio Vaticano II
Il Papa ha ricordato il Decreto sull’ecumenismo del Concilio Vaticano II, Unitatis redintegratio, un documento che ha ispirato da decenni il dialogo tra le Chiese. “Il Signore dei secoli […] in questi ultimi tempi ha incominciato a effondere con maggiore abbondanza nei cristiani tra loro separati l’interiore ravvedimento e il desiderio dell’unione,” ha citato Francesco, sottolineando l’importanza del ravvedimento e della preghiera come motori del dialogo ecumenico. Francesco ha aggiunto che il grande teologo ortodosso Zizioulas esprimeva il suo ottimismo in modo singolare, affermando: “Io so la data dell’unione, la so. Qual è? Il giorno dopo il giudizio finale.” Un’affermazione che, secondo il Papa, evidenzia l’importanza del “camminare insieme” anche quando l’unità piena non è immediatamente realizzabile.
La dichiarazione cristologica comune: un traguardo storico
Papa Francesco ha anche ricordato un evento fondamentale: la Dichiarazione cristologica comune di trent’anni fa, che mise fine a 1500 anni di divisioni dottrinali. Grazie a questo documento, “è stata riconosciuta la legittimità e l’esattezza delle varie espressioni della nostra comune fede cristologica,” come formulata nel Credo niceno. È stato un passo storico, che ha consentito alle due Chiese di intraprendere un dialogo più profondo sulle radici della loro fede condivisa. Il Papa ha lodato il lavoro della Commissione Mista di Dialogo Teologico, che ha prodotto accordi notevoli, tra cui l’accordo sull’Anafora degli Apostoli Addai e Mari del 2001, che permette una “communicatio in sacris” in determinate circostanze e la Dichiarazione comune del 2017 sulla “vita sacramentale.”
Il riconoscimento di Sant’Isacco di Ninive nel Martirologio Romano
Un momento di particolare rilevanza è stato l’annuncio, da parte di Papa Francesco, dell’introduzione di Sant’Isacco di Ninive nel Martirologio Romano. Con il consenso di Mar Awa III e del Patriarca della Chiesa Caldea, Francesco ha affermato: “Il grande Isacco di Ninive, uno dei Padri più venerati della tradizione siro-orientale, sarà introdotto nel Martirologio Romano.” Questo atto di riconoscimento, che include la memoria di un santo condiviso, rappresenta un importante segno di comunione spirituale, “un dono che possiamo ricevere, inserendo la loro memoria nel nostro calendario liturgico,” ha spiegato il Papa.
Un cammino da proseguire con coraggio
Papa Francesco ha concluso il suo discorso con un messaggio di speranza e determinazione per il futuro. “Continuiamo a camminare insieme, a pregare insieme e lavorare insieme,” ha detto, esprimendo il desiderio di giungere un giorno alla piena comunione, con la celebrazione dell’Eucaristia sullo stesso altare. Il Pontefice ha inoltre invitato tutti i presenti a pregare insieme il Padre Nostro, un segno di unione e di vicinanza che simboleggia il cammino comune delle due Chiese.
Il discorso del Pontefice è un invito all’unità cristiana, una riflessione sui progressi compiuti e un incoraggiamento a proseguire verso la piena comunione, per rispondere all’anelito di Cristo che “siano tutti una cosa sola”.