Il governo propone tagli all’Irpef e fondi record per la sanità, ma i sindacati Cgil e Uil chiedono maggiori interventi su salari e pensioni.
Ieri, Lunedì 11 novembre 2024, il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha incontrato a Palazzo Chigi i rappresentanti delle principali sigle sindacali per discutere il disegno di legge di bilancio. L’incontro, durato oltre cinque ore, ha visto la partecipazione dei segretari generali di Cgil, Maurizio Landini, e Uil, Pierpaolo Bombardieri, i quali hanno confermato lo sciopero generale previsto per il 29 novembre, esprimendo insoddisfazione per le proposte governative.
Durante il confronto, la Premier Meloni ha ribadito l’impegno del governo nel taglio dell’Irpef e ha annunciato l’introduzione del “concordato bis”, una misura volta a semplificare il rapporto tra fisco e contribuenti. Nonostante queste aperture, i sindacati hanno ritenuto insufficienti le proposte, sottolineando la necessità di interventi più incisivi su salari, pensioni e sanità.
La Premier ha difeso le scelte del governo, affermando che la manovra si concentra su priorità come lavoro, salari, famiglia e sanità, senza aumentare le tasse e mantenendo i conti in ordine. Ha inoltre sottolineato che il fondo sanitario per il 2025 raggiungerà 136,5 miliardi di euro, la cifra più alta di sempre, con un aumento di 10,5 miliardi rispetto all’inizio del mandato.
Nonostante le rassicurazioni, Cgil e Uil hanno confermato la mobilitazione, evidenziando una visione divergente rispetto a quella del governo sulla manovra economica. Il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, ha dichiarato: “Oggi si sono specchiate due visioni diverse della manovra e, pur con qualche disponibilità, non mi pare ci sia la possibilità di cambiare le scelte che riguardano, non la filosofia, ma i salari, le pensioni, cose molto pratiche, molto terrene”.
Questo incontro evidenzia le tensioni tra governo e sindacati riguardo alle misure economiche proposte, con le organizzazioni sindacali che chiedono interventi più concreti a favore dei lavoratori e delle fasce più deboli della popolazione.