Un appello alla solidarietà e alla carità in vista del Giubileo 2025, dedicato alla speranza.
Con una lettera indirizzata ai parroci, ai religiosi, al clero e ai rappresentanti delle realtà ecclesiali, Papa Francesco ha esortato la Chiesa a un impegno concreto per affrontare le sfide sociali legate al Giubileo Ordinario del 2025, che avrà come tema centrale la speranza. La lettera, firmata l’8 novembre 2024 nella Basilica di San Giovanni in Laterano, richiama con forza il ruolo della Chiesa nel trasmettere l’amore di Dio attraverso gesti tangibili di solidarietà.
La speranza come segno dell’amore di Dio
Papa Francesco, rifacendosi alla Bolla di indizione del Giubileo, ha sottolineato che il compito della Chiesa è di essere “segni tangibili di speranza” per chi vive situazioni di disagio. “La speranza infatti nasce dall’amore e dal sentirsi amati,” ha scritto il Pontefice, ricordando le parole del Beato Don Pino Puglisi: “Dio ama sempre tramite qualcuno”. Questa connessione tra amore e speranza è il fondamento dell’appello del Papa, che invita la Chiesa a farsi strumento di speranza per le persone più vulnerabili.
“La Chiesa di Roma,” ha continuato Francesco, “fa tanto per trasmettere l’amore di Dio, attraverso gesti concreti di carità (spesso nel silenzio), e generare speranza nella vita delle persone: a ognuno rinnovo il mio profondo ringraziamento.”
L’urgenza di affrontare l’emergenza abitativa
Uno degli aspetti centrali della lettera riguarda l’impegno a rispondere alle problematiche abitative che affliggono molte persone, in particolare nella città di Roma. Francesco ha invitato tutte le realtà ecclesiali a offrire il proprio contributo per arginare l’emergenza abitativa. “Desidero che tutte le realtà diocesane proprietarie di immobili offrano il loro contributo per generare speranza nelle migliaia di persone che versano in condizione di precarietà abitativa,” ha dichiarato.
Il Papa ha evidenziato che questo impegno non è soltanto una risposta pratica, ma un atto di testimonianza cristiana che incarna il pensiero sociale della Chiesa, fondato sui diritti inviolabili della terra, della casa e del lavoro: “Il bene comune, alla base del pensiero sociale della Chiesa, riassume in sé tutte le condizioni che garantiscono la dignità umana.”
Un appello alla generosità delle realtà ecclesiali
Francesco ha rivolto un appello diretto alle parrocchie, agli ordini religiosi e agli enti ecclesiastici affinché mettano a disposizione spazi inutilizzati, come appartamenti o strutture ricettive, per accogliere coloro che si trovano in difficoltà. “Chiedo a tutte le realtà ecclesiali di compiere un coraggioso gesto di amore per il prossimo offrendo gli spazi che hanno a disposizione,” ha scritto. Il Papa ha inoltre rassicurato che le persone accolte saranno seguite dalle istituzioni e dai servizi sociali, mentre associazioni e movimenti popolari contribuiranno con attività di cura e supporto.
La collaborazione tra Chiesa, istituzioni e società civile
Francesco ha ribadito che l’impegno della Chiesa deve essere integrato in un più ampio sforzo collettivo: “Le istituzioni e le amministrazioni ai vari livelli, insieme alle associazioni e ai movimenti popolari, si stanno organizzando per rafforzare la risposta di accoglienza e di solidarietà.” Questo spirito di collaborazione è essenziale per costruire una rete di sostegno che risponda efficacemente alle sfide del Giubileo e generi un impatto positivo duraturo.
Concludendo la sua lettera, Papa Francesco ha ringraziato tutte le realtà ecclesiali per il loro impegno e ha invitato a continuare a trasmettere l’amore di Dio: “Vi ringrazio per la vostra generosità e per tutto quello che già fate per trasmettere l’amore di Dio e generare speranza nella vita di tutti e, in particolare, di chi ne ha più bisogno.” Ha infine chiesto preghiere per sé stesso, benedicendo di cuore i destinatari della sua lettera.