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Il Pontefice: angoscia e speranza, due realtà in dialogo nel cuore degli uomini

Papa Francesco 15 marzo 2017

VIII Giornata Mondiale dei Poveri: l’omelia di Papa Francesco

Nella Basilica di San Pietro, durante la Santa Messa per l’VIII Giornata Mondiale dei Poveri, Papa Francesco ha affrontato il tema delle contrapposizioni tra angoscia e speranza, invitando i fedeli a riconoscere la presenza di Dio anche nei momenti più bui della storia.

“Proprio nell’ora dell’oscurità e della desolazione, proprio quando tutto sembra crollare, Dio viene, Dio si fa vicino, Dio ci raduna per salvarci,” ha affermato il Pontefice, offrendo un messaggio di speranza cristiana radicata nella promessa della salvezza.

L’angoscia: uno sguardo bloccato sulla sofferenza

Papa Francesco ha riconosciuto come l’angoscia sia un sentimento diffuso, amplificato dai problemi del nostro tempo: “Vediamo la fame e la carestia, gli orrori della guerra, le morti innocenti. Davanti a questo scenario rischiamo di sprofondare nello scoraggiamento e di non accorgerci della presenza di Dio dentro il dramma della storia.”

Il Papa ha anche messo in guardia contro una fede ridotta a una “devozione innocua,” incapace di generare un impegno concreto nella carità. In un mondo segnato da disuguaglianze e idolatria del denaro, il rischio è che i poveri rimangano condannati ad aspettare, dimenticati ai margini della storia.

La speranza: la vicinanza di Dio nei drammi del mondo

Nonostante le ombre, il Vangelo spalanca un orizzonte di speranza:
“Proprio mentre il sole si oscura e la luna smette di brillare, il Figlio dell’uomo verrà con grande potenza e gloria… La potenza della sua risurrezione spezzerà le catene della morte, e un mondo nuovo nascerà dalle macerie,” ha spiegato il Santo Padre.

Con un’immagine ispirata al fico che germoglia, Papa Francesco ha incoraggiato i cristiani a “leggere le situazioni della vita terrena” alla luce della speranza, riconoscendo la vicinanza di Dio anche nelle realtà più difficili.

La chiamata alla carità concreta

Papa Francesco ha esortato i fedeli a interrogarsi sul proprio approccio alla carità: “Tu tocchi le mani della gente o butti la moneta senza toccarle? Tu guardi negli occhi la persona che aiuti o guardi da un’altra parte?”

La compassione di Cristo, ha spiegato, deve essere il modello per ogni cristiano. “Non si tratta di una spiritualità che fugge dal mondo, ma di una fede che apre gli occhi sulle sofferenze del mondo,” ha sottolineato, citando l’importanza di una “mistica dagli occhi aperti.”

I poveri al centro della missione della Chiesa

Ribadendo il monito del Cardinale Martini, il Papa ha ricordato che la Chiesa diventa sé stessa solo servendo i poveri: “La Chiesa diventa casa aperta a tutti, luogo della compassione di Dio per la vita di ogni uomo.” E rivolgendosi ai governi e alle organizzazioni internazionali, ha lanciato un appello accorato: “Per favore, non dimentichiamoci dei poveri.”

L’omelia di Papa Francesco ha spiegato che l’angoscia del mondo non deve portare alla rassegnazione, ma alla riscoperta della speranza che nasce dalla vicinanza di Dio e si traduce in un impegno concreto per i più fragili.

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