Giornale Online Direttore Paolo Centofanti

Scuola e università

Il Papa: educazione e cultura come missione sociale e strumenti di cambiamento

Papa Francesco 15 marzo 2017

Un invito a coltivare sogni e speranza per affrontare le sfide del nostro tempo, valorizzando l’eredità educativa e culturale della Chiesa.

Nel discorso rivolto ai partecipanti alla Prima Assemblea Plenaria del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, Papa Francesco ha espresso una visione audace e profetica sull’importanza di unire educazione e cultura per affrontare le sfide del nostro tempo.

«Il mondo non ha bisogno di ripetitori sonnambuli di quello che c’è già; ha bisogno di nuovi coreografi, di nuovi interpreti delle risorse che l’essere umano si porta dentro, di nuovi poeti sociali», ha affermato il Santo Padre, sottolineando la necessità di scuole e università che vadano oltre la mera produzione di risultati, coltivando sogni e desideri profondi.

Il rischio di innovare: cultura ed educazione come binomio imprescindibile

Papa Francesco ha spiegato come la decisione di unire i due enti vaticani dedicati all’educazione e alla cultura nella Costituzione Apostolica Praedicate Evangelium sia stata motivata dalla volontà di promuovere dialogo, sinergia e innovazione, piuttosto che da considerazioni economiche. Questo approccio, secondo il Papa, è fondamentale per superare le attuali patologie del mondo: «Le scuole, le università, i centri culturali dovrebbero insegnare a desiderare, a rimanere assetati, ad avere sogni», in linea con l’esortazione biblica: «Aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova, nei quali abita la giustizia» (2Pt 3,13).

Una chiamata alla speranza e alla creatività

Il Papa ha ribadito l’importanza della speranza come forza per combattere il nihilismo e costruire un futuro migliore. Citando Emily Dickinson, ha invitato a “ubriacarsi d’Aurora” e a lavorare con vitalità e generosità, come educatori e artisti capaci di rischiare. «Non abbiamo motivo per lasciarci sopraffare dalla paura. Primo, perché Cristo è nostra guida e compagno di viaggio. Secondo, perché siamo custodi di un’eredità culturale ed educativa più grande di noi stessi».

Tra i custodi di questa eredità, il Papa ha ricordato figure come Agostino, Blaise Pascal, Edith Stein, e artisti come il Beato Angelico e Mozart, che hanno saputo tradurre la fede in opere di bellezza e significato.

Educazione come missione morale e sociale

Il Santo Padre ha espresso preoccupazione per le disparità educative globali, evidenziando il genocidio culturale che si verifica quando milioni di bambini e adolescenti sono privati dell’istruzione: «È genocidio culturale quando rubiamo il futuro ai bambini, quando non offriamo loro condizioni per diventare ciò che potrebbero essere». Con passione, il Papa ha invitato gli educatori ad abbracciare la responsabilità di confermare l’altro, riprendendo Sant’Agostino: «Volo ut sis»: «Voglio che tu sia».

Educazione e innovazione tecnologica: sfide e opportunità

Papa Francesco ha anche sottolineato l’urgenza di studiare e affrontare con discernimento i cambiamenti portati dalla transizione digitale e dall’intelligenza artificiale. Ha lanciato un appello ai centri di ricerca delle Università cattoliche per analizzare i vantaggi e i pericoli di questa rivoluzione, mantenendo una visione coraggiosa e creativa: «Contemplare Cristo vivo ci permette di avere il coraggio di lanciarci nel futuro, confidando nella parola del Signore che ci sfida: “Passiamo all’altra riva” (Mc 4,35)».

Conclusione: un’educazione che guarda oltre

Rivolgendosi ai partecipanti, il Papa ha esortato a non essere educatori “in pensione”, ma a continuare con entusiasmo e speranza, forti della guida di Cristo e dell’intercessione di Maria, Sede della Sapienza: «Vi ringrazio per il vostro impegno e prego affinché lo Spirito Santo vi illumini nel vostro lavoro. Maria, Sede della Sapienza, vi accompagni in questo cammino». Un invito a rimboccarsi le maniche, a lavorare per costruire una cultura di speranza e una società più giusta attraverso l’educazione e la cultura.

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