All’Angelus, il Pontefice riflette sulla regalità di Cristo e sull’invito a vivere nella verità e nella speranza del Regno di Dio.
Nell’Angelus di oggi, 24 novembre 2024, Papa Francesco ha offerto una riflessione sul Vangelo di Giovanni (18,33-37), in cui Gesù si trova di fronte a Ponzio Pilato. Attraverso le parole del Pontefice, emergono due concetti centrali: “re” e “mondo”, i cui significati si trasformano nel dialogo tra il Signore e il procuratore romano.
Il Re della verità e dell’amore
Papa Francesco ha spiegato come Pilato, agendo da funzionario dell’impero romano, interpreti la regalità di Gesù in senso politico. Pilato cerca di capire se Gesù rappresenti una minaccia per l’autorità romana, ma Cristo risponde affermando una regalità diversa: “Gesù è re in quanto è testimone: è Colui che dice la verità”. Questa verità, ha sottolineato il Papa, non è solo un concetto, ma una forza capace di trasformare il mondo: “Il potere regale di Gesù sta nella sua parola vera, nella sua parola efficace”.
Un regno che porta pace e giustizia
Il secondo tema affrontato è quello del “mondo”. Pilato rappresenta un mondo fatto di prevaricazioni, violenza e disuguaglianza. Gesù, invece, parla di un regno che non è di questo mondo, un regno che “riscatta la creazione rovinata dal male con la forza dell’amore divino”. Questo regno, secondo Papa Francesco, è portatore di pace, giustizia e perdono: “Gesù perdona sempre. Gesù non si stanca di perdonare”. Il Papa ha invitato i fedeli a riflettere sul proprio cuore: “Posso dire che Gesù è il mio re? O dentro il cuore ho altri re?”.
Un appello alla speranza e alla pace
Dopo l’Angelus, il Pontefice ha toccato temi di grande attualità. Ha lodato i giovani portoghesi e coreani che hanno simbolicamente passato la Croce della GMG in vista dell’evento del 2027 a Seul. Ha inoltre annunciato due prossime canonizzazioni: il Beato Carlo Acutis, che sarà proclamato santo il 27 aprile 2025, e il Beato Pier Giorgio Frassati, il 3 agosto 2025, durante il Giubileo dei Giovani.
Non è mancata una parola per le sofferenze del Myanmar, con un appello a “far tacere le armi e aprire un dialogo sincero e inclusivo”, e un pensiero alla martoriata Ucraina, alla Palestina, a Israele, al Libano e al Sudan: “Chiediamo la pace”.
Un invito alla preghiera e alla riflessione
Concludendo, Papa Francesco ha salutato i pellegrini presenti e rivolto loro un invito a pregare e a continuare a sperare: “Ascoltare il Signore infonde luce nel nostro cuore e nella nostra vita”, ha detto il Pontefice. E ha aggiunto: “Per favore, non dimenticatevi di pregare per me”.
Questo Angelus, come tanti altri, si è rivelato un momento di riflessione profonda su temi universali, capace di toccare il cuore di chiunque desideri avvicinarsi al messaggio di pace e amore di Cristo.