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Diritti e inclusione

La vocazione della solidarietà: Papa Francesco ai Pescatori e Operatori Sanitari

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Il Pontefice richiama il valore della comunità e della compassione nelle sfide del lavoro e della cura, invitando a custodire relazioni umane e familiari come “medicina” per l’anima e il corpo.

Papa Francesco ha accolto ieri in Vaticano pescatori italiani, rappresentanti dell’Apostolato del Mare e partecipanti a un convegno sulla sanità europea con un discorso che ha unito riflessioni profonde su due ambiti distinti ma legati dalla centralità della persona: la pesca e la sanità.

Il valore della pesca come scuola di vita

Rivolgendosi ai pescatori, il Pontefice ha ricordato la storica connessione tra la pesca e la Chiesa, sottolineando le difficoltà moderne, tra cui “il difficile ricambio generazionale, i costi crescenti, la burocrazia soffocante e la concorrenza sleale delle multinazionali”. Tuttavia, il Papa ha elogiato la tenacia e l’unità della comunità dei pescatori:

“In mare non si va da soli. Per gettare le reti è necessario faticare insieme, come equipaggio, o meglio ancora come una comunità in cui, pur nella diversità dei ruoli, il successo del lavoro di ciascuno dipende dall’apporto di tutti.”
Francesco ha evidenziato come la pesca rappresenti una vera “scuola di vita”, richiamando l’immagine evangelica degli apostoli, invitati a diventare “pescatori di uomini” (Mc 1,17). Ha poi affidato la comunità dei pescatori al loro Patrono, San Francesco di Paola.

Sanità Europea: universalità e compassione

Papa Francesco ha poi parlato agli operatori sanitari, riflettendo sulle sfide che affrontano i servizi sanitari nazionali in Europa. Ha posto l’attenzione su due aspetti cruciali:

Prendersi cura di chi cura. Il Papa ha sottolineato l’importanza di supportare chi lavora in sanità, spesso sottoposto a “turni estenuanti” e al peso emotivo del dolore dei pazienti: “È importante riconoscere la vostra generosità e ricambiarla, garantendovi rispetto, stima e aiuto.”

Compassione per gli ultimi. Francesco ha esortato i sistemi sanitari a non emarginare nessuno, richiamando figure come Santa Teresa di Calcutta e San Giuseppe Moscati: “Nessuno può essere emarginato al punto da non poter essere curato.” E ha citato il suo messaggio per la Giornata Mondiale del Malato 2024, sottolineando che la sanità deve essere animata da una “consolazione” capace di “unire nella solitudine” e rendere la vicinanza concreta.

L’importanza delle famiglie

Il Pontefice ha concluso il discorso ricordando il ruolo cruciale delle famiglie: “Custodite le vostre relazioni familiari: esse sono ‘medicina’, sia per i sani che per i malati.” E ha messo in guardia contro “isolamento e individualismo”, nemici della speranza, che possono colpire non solo l’anima, ma anche il corpo.

Un messaggio di speranza e unità

Papa Francesco ha benedetto i presenti e li ha esortati a non dimenticarsi della preghiera: “Vi benedico di cuore. E per favore, non dimenticatevi di pregare per me.” Questo discorso rappresenta un appello alla solidarietà, alla compassione e all’unità, fondamenti indispensabili per affrontare le sfide del presente e costruire un futuro più umano e sostenibile.

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