Il Pontefice ricorda il ruolo della mediazione pontificia e invita la comunità internazionale a ispirarsi al Trattato come modello di dialogo e risoluzione pacifica delle controversie.
Città del Vaticano, 25 novembre 2024 – In occasione del 40° anniversario del Trattato di Pace e Amicizia tra Argentina e Cile, Papa Francesco ha tenuto un discorso nella Sala Regia, sottolineando l’importanza di questo accordo storico come esempio di risoluzione pacifica delle controversie e modello per il dialogo internazionale.
Un traguardo di pace e amicizia
Papa Francesco ha aperto il suo discorso ricordando il valore del trattato, che pose fine alla disputa territoriale tra i due Paesi: “È questa una felice commemorazione di quegli intensi negoziati che, con la mediazione pontificia, evitarono il conflitto armato che stava per contrapporre due popoli fratelli.”
L’intervento ha evidenziato il ruolo centrale di San Giovanni Paolo II e della diplomazia vaticana, che nel 1978 avviarono un processo culminato nell’accordo del 1984. Il Papa ha ricordato le parole di Giovanni Paolo II, che vedeva nella pace non solo un obiettivo, ma un impegno quotidiano: “Questo dono della pace avrebbe richiesto, nondimeno, uno sforzo quotidiano per preservarlo dagli ostacoli.”
Un esempio per il mondo
Papa Francesco ha invitato i presenti a riflettere sull’attualità del Trattato, evidenziando il suo valore universale in un momento storico segnato da numerosi conflitti: “Questo modello di completa e definitiva soluzione di una controversia con mezzi pacifici merita di essere riproposto nell’attuale situazione mondiale, in cui tanti conflitti perdurano e si aggravano.”
Il Pontefice ha fatto riferimento diretto alle crisi in Ucraina e Palestina, definendole “fallimenti dell’umanità” e denunciando l’ipocrisia di chi parla di pace mentre investe in armi: “La prepotenza dell’invasore prevale sul dialogo. L’ipocrisia di parlare di pace e giocare alla guerra ci porta sempre a un fallimento: il fallimento della fraternità.”
Pace e amicizia come pilastri della fraternità
Il Papa ha sottolineato l’importanza di coltivare l’amicizia tra i popoli, che trova le sue radici nella relazione con Dio e si riflette in tutte le relazioni umane: “Il valore dell’esistenza umana non consiste nelle cose, nei successi ottenuti, ma in quella relazione d’amore che ci sostiene, radicando il nostro cammino nella fiducia e nella speranza.” Rievocando le parole di Benedetto XVI, Francesco ha definito Argentina e Cile “due popoli fratelli con una vocazione comune di fraternità, rispetto e amicizia.”
Uno sguardo al futuro
Concludendo il suo discorso, Papa Francesco ha esortato la comunità internazionale a promuovere il dialogo come anima della diplomazia: “Dio voglia che la Comunità internazionale faccia prevalere la forza del diritto attraverso il dialogo.”
Il Pontefice ha invocato la benedizione di Maria, Regina della pace, per Argentina, Cile e tutti i popoli del mondo, augurandosi che l’esempio del Trattato continui a ispirare nuove soluzioni pacifiche: “Per intercessione di Maria, invoco la benedizione di Dio sulle dilette Nazioni del Cile e dell’Argentina, e la estendo a tutti i popoli desiderosi di pace e concordia.”
La commemorazione del Trattato di Pace e Amicizia tra Argentina e Cile non è stata solo un omaggio al passato, ma un forte richiamo alla necessità di promuovere la pace e l’amicizia come strumenti fondamentali per risolvere i conflitti di oggi e costruire un futuro migliore.