Durante la sessione plenaria della Commissione Teologica Internazionale, il Pontefice ha sottolineato l’importanza di Cristo come fondamento della fede.
Il Papa ha invitato a sviluppare una riflessione teologica sulla sinodalità per una Chiesa più missionaria e inclusiva.
In occasione della sessione plenaria della Commissione Teologica Internazionale, Papa Francesco ha pronunciato ieri, Giovedì 28 novembre 2024, un discorso ricco di spunti di riflessione, centrato su due temi principali: la necessità di rimettere Cristo al centro della vita e della teologia, e lo sviluppo di una teologia della sinodalità.
Rimettere Cristo al centro
Il Pontefice ha aperto il suo intervento richiamando l’importanza del Giubileo, che invita i fedeli a riscoprire il volto di Cristo. “Il Giubileo ci invita a riscoprire il volto di Cristo e a ricentrarci in Lui”, ha affermato Papa Francesco, sottolineando come questa ricorrenza coincida con i 1700 anni dal Concilio di Nicea. Egli stesso ha annunciato l’intenzione di recarsi a Nicea per celebrare questo importante anniversario.
Il Concilio di Nicea, come ha ricordato il Papa, rappresenta una pietra miliare nella storia della Chiesa: “La fede in Gesù, Figlio di Dio fatto carne per noi e per la nostra salvezza, è stata formulata e professata come luce che illumina il significato della realtà e il destino di tutta la storia”. La definizione della consustanzialità del Figlio con il Padre ha un significato profondo, perché in Cristo si rivela sia il volto di Dio sia quello dell’uomo, rivelando una fraternità che Papa Francesco definisce “un compito etico fondamentale”.
Particolare attenzione è stata data al lavoro della Commissione Teologica, che sta preparando un documento sul significato attuale della fede professata a Nicea. Questo testo, ha sottolineato il Pontefice, sarà “prezioso, nel corso dell’anno giubilare, per nutrire e approfondire la fede dei credenti” e offrirà “riflessioni utili a un nuovo paradigma culturale e sociale, ispirato proprio all’umanità di Cristo”.
Sviluppare una teologia della sinodalità
Il secondo tema del discorso di Papa Francesco riguarda lo sviluppo di una teologia della sinodalità, concetto centrale nella recente XVI Assemblea Ordinaria del Sinodo dei Vescovi. Citando il Documento finale del Sinodo, il Papa ha affermato: “L’Assemblea invita le istituzioni teologiche a proseguire la ricerca volta a chiarire e approfondire il significato della sinodalità”. Egli ha evidenziato come, nei quasi sessant’anni successivi al Concilio Vaticano II, questa dimensione teologica si sia progressivamente sviluppata, fino a raggiungere oggi una certa maturità.
La teologia della sinodalità, secondo il Papa, non è solo un tema ecclesiologico, ma ha una finalità missionaria: “Una nuova tappa missionaria, più creativa e audace, che sia ispirata dal kerygma e che coinvolga tutte le componenti della Chiesa”. Questo approccio richiede un dialogo continuo con le diverse culture e tradizioni del Popolo di Dio, per una pastorale che metta al centro la partecipazione attiva e la comunione.
Un augurio di fecondità e umorismo
Concludendo il discorso, Papa Francesco ha rivolto un augurio ai membri della Commissione, invitandoli a ispirarsi all’apostolo Giovanni, che “ha accostato il capo al cuore di Gesù”. Ha poi ricordato l’importanza di mantenere una visione gioiosa e umoristica nel loro lavoro teologico: “Una cosa fondamentale per fare una teologia feconda è non perdere il senso dell’umorismo, per favore! Questo aiuta tanto”.
Infine, il Pontefice ha chiesto preghiere per il suo ministero, con la consueta nota scherzosa: “E per favore vi chiedo di pregare per me. A favore, non contro!”.
Con queste parole, Papa Francesco ha delineato una visione di teologia profondamente radicata nella centralità di Cristo e aperta a una dimensione sinodale, capace di rispondere alle sfide del nostro tempo con creatività, dialogo e speranza.