Dall’Isola del Tesoro a Jekyll e Hyde, il genio di Stevenson continua a ispirare con storie che esplorano il mondo e la complessità della natura umana.
Il 4 dicembre 1894 si spegneva Robert Louis Stevenson, una delle figure più emblematiche della letteratura vittoriana. A 130 anni dalla sua scomparsa, il mondo continua a ricordarlo come l’autore che ha saputo catturare lo spirito dell’avventura e i lati più complessi della natura umana attraverso opere intramontabili come L’isola del tesoro e Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde.
Una vita tra viaggi e scrittura
Nato a Edimburgo il 13 novembre 1850, Stevenson era destinato a seguire le orme del padre nella progettazione di fari, ma presto si ribellò a questo destino per dedicarsi alla letteratura. I suoi studi di legge rimasero incompiuti, mentre la sua salute fragile — soffriva di tubercolosi — influenzò profondamente la sua esistenza, spingendolo a viaggiare costantemente alla ricerca di climi più favorevoli.
I suoi viaggi lo portarono in Europa, negli Stati Uniti e infine nelle isole Samoa, dove trovò una pace interiore che traspare nelle sue ultime opere.
L’Isola del Tesoro: un classico senza tempo
Pubblicato nel 1883, L’isola del tesoro rappresenta uno dei pilastri della letteratura d’avventura. La narrazione segue le peripezie di Jim Hawkins e il carismatico pirata Long John Silver, esplorando temi come la moralità, la lealtà e l’avidità. Ancora oggi, l’opera è una fonte inesauribile di ispirazione per romanzi, film e persino videogiochi.
Lo Strano Caso del Dottor Jekyll e del Signor Hyde
Nel 1886 Stevenson pubblica uno dei suoi lavori più iconici: Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde. Questo breve romanzo gotico esamina la dualità dell’animo umano, rappresentando la lotta tra il bene e il male in un intreccio che mescola scienza, morale e mistero. L’opera è stata interpretata come una riflessione sulla psiche umana e sulle ipocrisie della società vittoriana.
Gli ultimi anni nelle Isole Samoa
Nel 1888, Stevenson iniziò una serie di viaggi nel Pacifico, attratto dal fascino di terre lontane e incontaminate. Alla fine si stabilì nelle Samoa, dove fu accolto calorosamente dagli abitanti locali, che lo soprannominarono “Tusitala,” ovvero “Narratore di storie.”
Le sue opere di questo periodo, come Il maestro di Ballantrae, riflettono un autore che ha trovato una nuova prospettiva sulla vita, in equilibrio tra malinconia e serenità.
Una eredità letteraria duratura
Nonostante la sua prematura scomparsa a soli 44 anni, Stevenson ha lasciato un’impronta indelebile nella letteratura mondiale. I suoi romanzi continuano a essere letti e studiati in tutto il mondo, mentre la sua vita, caratterizzata da viaggi e sfide personali, incarna lo spirito dell’avventura e della resilienza.
A 130 anni dalla sua morte, Robert Louis Stevenson rimane una figura iconica, capace di parlare tanto all’infanzia quanto all’età adulta, con storie che esplorano non solo i confini del mondo, ma anche quelli dell’anima.