Papa Francesco al World Economic Forum 2025: riflessioni sull’intelligenza artificiale come strumento di collaborazione, al servizio della dignità umana e del bene comune.
“Nel suo messaggio al World Economic Forum 2025, Papa Francesco ha affrontato le sfide e le opportunità legate all’intelligenza artificiale, sottolineando che questa tecnologia, pur straordinaria, deve essere orientata al bene comune e alla promozione della dignità umana. Ha avvertito dei rischi del paradigma tecnocratico e ha ribadito l’importanza di una governance etica che metta l’uomo al centro di ogni progresso tecnologico.”
Giovedì 23 gennaio 2025, Papa Francesco ha inviato un messaggio al World Economic Forum di Davos, riflettendo sul tema “Collaboration for the Intelligent Age”. Le sue parole illuminano il dibattito sull’intelligenza artificiale (IA), sottolineando l’importanza di mettere questa tecnologia al servizio del bene comune e della dignità umana.
L’intelligenza come dono e responsabilità
Papa Francesco ha aperto il suo messaggio ricordando che la tradizione cristiana considera l’intelligenza come un dono fondamentale, radicato nella creazione dell’uomo a immagine di Dio. Questo concetto, spiega il Pontefice, non esclude l’importanza del progresso scientifico e tecnologico: “La Chiesa cattolica è sempre stata protagonista e sostenitrice del progresso della scienza, della tecnologia, delle arti e di altre forme di impresa umana”.
L’IA, quindi, rappresenta un’estensione delle capacità umane, ma non può essere considerata una forma autonoma di intelligenza. Come ha sottolineato il Papa: “L’uso stesso della parola ‘intelligenza’ collegato all’IA è inappropriato, poiché l’IA non è una forma artificiale di intelligenza umana bensì un suo prodotto”.
Le sfide etiche e sociali dell’intelligenza artificiale
L’IA solleva interrogativi unici, soprattutto per quanto riguarda il suo impatto sulla società e sul ruolo dell’essere umano nel mondo. Secondo Papa Francesco, l’IA è in grado di generare risultati che emulano le capacità umane, ma questo porta con sé una crisi di verità e preoccupazioni etiche.
Un punto cruciale è il rischio che l’IA venga utilizzata per alimentare il “paradigma tecnocratico”, nel quale la dignità umana viene subordinata alla ricerca di efficienza tecnologica. In questo contesto, il Pontefice ammonisce: “Gli sviluppi tecnologici che non migliorano la vita di tutti, ma che invece creano o aumentano disuguaglianze e conflitti, non possono essere definiti vero progresso”.
Il Papa invita governi, aziende e istituzioni a esercitare una vigilanza etica rigorosa sull’uso dell’IA, garantendo che le sue applicazioni siano orientate alla promozione della dignità umana e del bene comune.
L’IA come strumento di collaborazione e comunità
Un altro tema centrale nel messaggio è la necessità di riscoprire l’importanza della comunità e della responsabilità condivisa. Per Papa Francesco, l’IA deve essere inquadrata in un contesto di “intelligenza relazionale”, in cui le persone collaborano per il benessere integrale degli altri. Questo approccio richiede una governance globale e una gestione responsabile, come spiega il Papa: “I governi e le aziende devono esercitare la dovuta diligenza e vigilanza. Devono valutare in modo critico le singole applicazioni dell’IA al fine di determinare se l’uso della stessa promuove la dignità umana”.
Un futuro tecnologico al servizio dell’uomo
Il messaggio del Pontefice sottolinea che il progresso tecnologico, per essere autentico, deve essere subordinato a valori etici e spirituali. L’IA può diventare uno strumento potente per affrontare sfide globali, ma solo se usata correttamente, nel rispetto della dignità e dei diritti di ogni persona. Come ha ribadito Papa Francesco: “L’IA deve essere messa al servizio di uno sviluppo più sano, più umano, più sociale e più integrale”.
Il Pontefice chiude il suo messaggio invocando una gestione collettiva e multilivello delle complessità legate all’IA, secondo il principio di sussidiarietà, affinché tutti – dai singoli cittadini ai governi – possano contribuire al bene comune.