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Gesù Cristo, nostra speranza : il sogno di san Giuseppe e il mistero della salvezza

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Papa Francesco riflette sul ruolo di San Giuseppe, modello di fede e obbedienza, e lancia un appello per la pace nei conflitti globali.

Papa Francesco, durante l’udienza generale del 29 gennaio 2025, ha continuato il ciclo di catechesi dedicato al Giubileo 2025, soffermandosi sul tema “Gesù Cristo nostra speranza”. Con particolare riferimento al Vangelo di Matteo, il Pontefice ha esplorato il ruolo di San Giuseppe nel mistero delle origini di Gesù. Un percorso che intreccia fede, speranza e amore, temi centrali nel messaggio del Santo Padre.

Il ruolo di Giuseppe nella salvezza: la prospettiva di Matteo

Papa Francesco ha evidenziato come, nei racconti evangelici, il Vangelo di Matteo offra una prospettiva unica, focalizzata su Giuseppe. Questo “uomo giusto” (Mt 1,19), fedele alla Legge del Signore, affronta una situazione delicata scoprendo la gravidanza di Maria durante il fidanzamento. Nonostante la Legge prevedesse la possibilità di un ripudio pubblico, Giuseppe sceglie una strada di discrezione e di misericordia, ispirato dalla sapienza divina.

Il Papa ha citato le parole dell’angelo a Giuseppe: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo» (Mt 1,20-21). Di fronte a questo messaggio, Giuseppe non dubita, ma accoglie con fiducia il progetto di Dio, diventando il custode del Salvatore.

Fiducia e obbedienza: un modello di fede per tutti

Giuseppe, ha sottolineato Papa Francesco, rappresenta un esempio di fede vissuta attraverso l’obbedienza e l’azione concreta. Non parla, ma agisce: «Il suo essere interiormente vigilante per Dio … diventa spontaneamente obbedienza», ha ricordato citando Benedetto XVI. Il Papa ha quindi invitato i fedeli a seguire questo esempio, chiedendo al Signore la grazia di “ascoltare più di quanto parliamo” e di “sognare i sogni di Dio”.

La pace nei conflitti mondiali

Francesco ha espresso preoccupazione per la situazione securitaria nella Repubblica Democratica del Congo, esortando le parti in conflitto a cessare le ostilità e a proteggere la popolazione civile. Ha ricordato inoltre le situazioni critiche in Palestina, Israele, Myanmar e altri Paesi in guerra, ribadendo che “la guerra è sempre una sconfitta”. Il Papa ha fatto appello alla comunità internazionale affinché si impegni per la pace attraverso mezzi pacifici.

L’invito alla speranza: un messaggio per tutti

Il discorso si è concluso con un richiamo alla figura di San Giovanni Bosco, di cui il 31 gennaio ricorre la memoria liturgica. Papa Francesco ha invitato i fedeli a considerarlo un esempio di fiducia in Dio e di impegno educativo verso i giovani.

L’importanza della testimonianza cristiana

Durante i saluti finali, il Papa ha incoraggiato parrocchie, associazioni e pellegrini presenti, tra cui l’Associazione dei Cavalieri Italiani del Sovrano Militare Ordine di Malta, a proseguire nella testimonianza del Vangelo nella vita quotidiana.

In un tempo segnato da conflitti e incertezze, il messaggio di Papa Francesco ci invita a riflettere sulla centralità della speranza e della fede, elementi capaci di ispirare un cammino di pace e riconciliazione.

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