Vilhelm Hammershoi in mostra a Rovigo: il maestro dei silenzi nordici arriva in Italia
Per la prima volta in Italia, una mostra interamente dedicata a Vilhelm Hammershoi (1864–1916), uno degli artisti più affascinanti e misteriosi della pittura nordica dell’Ottocento. A ospitare l’evento è Palazzo Roverella, a Rovigo, dal 21 febbraio al 29 giugno 2025, con un progetto espositivo dal titolo evocativo: Hammershoi e i pittori del silenzio tra il Nord Europa e l’Italia.
La mostra è curata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, in collaborazione con importanti musei internazionali, e si propone di raccontare non solo l’opera del pittore danese, ma anche il contesto visivo e culturale in cui il suo linguaggio si è formato ed evoluto.
Lo stile inconfondibile di Hammershoi, tra luce, silenzi, attese
Vilhelm Hammershoi è noto per i suoi interni essenziali, dove la luce entra da finestre invisibili, dove i mobili e le figure sembrano congelati in un tempo sospeso. Le sue tele, spesso dominate da toni di grigio, beige e ocra, evocano un’atmosfera di introspezione e silenzio, lontana dalla vivacità cromatica di altri artisti dell’epoca.
Frequenti sono le figure femminili viste di spalle, colte in atteggiamenti quotidiani, ma cariche di enigma. Le sue scene domestiche, apparentemente semplici, si caricano di simbolismo e tensione psicologica.
La luce come architettura invisibile
Nelle opere di Hammershoi, la luce non è mai semplicemente decorativa: è una presenza viva, quasi metafisica, che modella lo spazio e ne rivela la quieta intensità. Entra da finestre spesso fuori campo, scivola su muri spogli, attraversa stanze disadorne creando giochi di ombre e geometrie che evocano la pittura olandese del Seicento, ma in chiave più rarefatta. Gli interni borghesi della sua casa di Copenaghen diventano così scenografie del pensiero, in cui la luce disegna i confini tra silenzio e riflessione. L’architettura domestica, spogliata del superfluo, si trasforma in uno spazio quasi sacro, dove il vuoto non è assenza ma possibilità. È in questa tensione sottile che si compie la poetica più profonda di Hammershøi: un’arte del quotidiano che tocca il mistero.
Hammershoi e Hopper: due solitudini a confronto
Pur separati da decenni e da oceani, Vilhelm Hammershoi ed Edward Hopper condividono un linguaggio fatto di silenzi, luce e attesa. Entrambi ritraggono figure spesso isolate, immerse in spazi domestici o urbani, dove il tempo sembra sospeso. Le donne di spalle di Hammershoi, colte in interni ovattati, trovano un’eco nei personaggi assorti di Hopper, seduti in stanze d’albergo, in bar o davanti a finestre illuminate. In entrambi, lo spazio diventa un riflesso dell’animo umano: non luogo freddo, ma paesaggio dell’interiorità.
Se la luce nordica di Hammershoi è soffusa, quasi sacra, quella di Hopper è più netta e cinematografica, ma il risultato è simile: una pittura che ci parla di solitudine, ma anche di contemplazione, di silenzi pieni, di quel vuoto che invita alla riflessione. Due solitudini diverse, ma profondamente affini nel trasformare l’ordinario in visione.
Un artista riscoperto nel tempo
Vilhelm Hammershoi è stato a lungo una figura appartata nel panorama dell’arte europea, poco conosciuto fuori dalla Danimarca fino alla riscoperta critica avvenuta nel corso del Novecento. Oggi le sue opere sono custodite nei più importanti musei del mondo, e le mostre a lui dedicate riscuotono un crescente interesse. Il suo stile minimalista, quasi sospeso tra realismo e astrazione, trova oggi nuova risonanza, anche grazie al dialogo con linguaggi visivi contemporanei come la fotografia, il cinema e l’estetica nordica. Questa mostra a Rovigo contribuisce a consolidarne la presenza nel panorama artistico internazionale, offrendone una lettura profonda e meditativa.
Un dialogo europeo sul silenzio : oltre Hammershoi
Il percorso espositivo mette in relazione l’opera di Hammershoi con quella di altri pittori nordici ed europei che hanno esplorato il tema del silenzio e dell’intimità. Tra questi, artisti come Anna Ancher, Carl Holsoe, James McNeill Whistler e alcuni italiani, in un dialogo transnazionale che attraversa il simbolismo, il realismo e le poetiche del quotidiano.
Questa scelta curatoriale amplia la prospettiva, inserendo Hammershøi in un panorama più ampio, dove il silenzio diventa non solo un tratto stilistico, ma anche una categoria estetica e culturale.
Una mostra imperdibile per chi ama l’arte e il silenzio
La retrospettiva su Vilhelm Hammershoi a Palazzo Roverella rappresenta un’occasione unica per entrare in contatto con un artista che ha fatto del silenzio, della luce e dell’attesa i suoi strumenti espressivi. Una mostra da non perdere, capace di emozionare e di far riflettere, tra pittura, poesia e introspezione nordica.